Scelta del medico di base sempre affidata al caso
C’è chi lo sceglie perché è il più vicino a casa, perché consigliato da un amico o affidandosi al destino, pescando un nome a caso dalla lista. Ma se qualcuno volesse scegliere il proprio medico di base leggendone il curriculum o tenendo conto della specializzazione e insomma valutandone le competenze? Difficile, praticamente impossibile, a meno che non si passino le giornate a telefonare a tutti gli ambulatori medici della città. Lo ha imparato bene, a sue spese, Alessandra Massignani, accompagnatrice turistica da trent’anni e abituata a viaggiare per il mondo - compresi, a volte, anche gli ospedali - e che si è trovata, a fine novembre, nelle condizioni di dover cambiare il medico di base. Per anni il suo medico di famiglia è stato il dottor Arturo Brini, poi deceduto e sostituito, fino al 10 dicembre, dalla dottoressa Giulia Perissinotto. Il 10 novembre l’Asl 12, tramite il distretto sanitario 3 di via Cappuccina, scrive ad Alessandra Massignani invitandola a scegliere un medico, e spiegandole che per farlo deve presentarsi al distretto con un documento d’identità e la tessera sanitaria cartacea. E così lei fa. L’undici dicembre si presenta al distretto, prende il suo numero, e attende, scoprendo che l’elenco dei medici di famiglia è consultabile in una bacheca appesa al muro. Ci sono nome e cognome, indirizzo dell’ambulatorio, e numero di telefono. «Con me c’erano altre signore, tutte a chiederci consigli sul nome del medico al quale affidarsi» racconta la donna «così allo sportello ho chiesto se era possibile consultare i curricula dei medici, conoscere le loro specializzazioni, ma mi è stato detto che non era possibile, perché non li avevano». Su suggerimento dell’impiegata Alessandra decide così di compilare un modulo per le segnalazioni al direttore generale, in cui chiede spiegazioni, e invita l’Asl, in nome della trasparenza, a fornire curricula e specializzazioni dei medici. «Mi sembrerebbe il minimo, un principio di trasparenza» dice «perché mi sembra assurdo dover scegliere un medico di base, che è una figura molto importante, solo perché ha lo studio vicino a casa mia o per il sentito dire di amici e familiari». Pochi giorni dopo la segnalazione arriva, con puntualità, la telefonata di un’impiegata dell’Ufficio relazioni con il pubblico, la quale spiega che la disponibilità di leggere i curricula non c’è, anche per questioni di privacy. Una risposta che non soddisfa Alessandra, la quale, il 10 gennaio, decide di inviare un sollecito. Questa volta, dall’altra parte del telefono le spiegano che, nonostante ci siano state altre segnalazioni in merito, per il momento, non c’è nulla da fare. Si saranno spiegate male le gentile impiegate dell’ufficio informazioni? No. Le cose stanno proprio così, come spiegano dall’ordine dei medici e dall’Asl 12 che tra l’altro, in quanto a trasparenza, non è messa male dato che, in una classifica di gennaio 2014, è risultata tra le più virtuose del Veneto quanto appunto a trasparenza: punteggio 79 su 100, quando la media veneta è 52. Ci sarebbe una norma - il decreto legge 33 del 2013 - che obbliga anche le Asl alla trasparenza, ma non è chiaro se sia riferita anche ai medici di base. In ogni casi, al di là della legge, è una questione di buon senso. Per questo, fa sapere l’Asl 12 in una nota «si sta predisponendo, in accordo con l’ordine dei medici, il percorso per la pubblicazione. Il tema è condiviso, e avrà un passaggio formale nella riunione del comitato dei medici di medicina generale».
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