Scavo canale di Porto Baseleghe Assolti Vernizzi e De Gotzen

CAORLE. Tutti assolti. Il giudice veneziano Fabio Moretti, ieri pomeriggio, ha letto la sentenza che ha assolto perché il fatto non sussiste nei confronti di Silvano Vernizzi, ora amministratore...

CAORLE. Tutti assolti. Il giudice veneziano Fabio Moretti, ieri pomeriggio, ha letto la sentenza che ha assolto perché il fatto non sussiste nei confronti di Silvano Vernizzi, ora amministratore delegato di Veneto Strade ma all’epoca dei fatti contestati dal pubblico ministero presidente della Commissione regionale per la valutazione d’impatto ambientale, di Paola Noemi Furlanis, vice presidente della stessa commissione e dirigente regionale, di Andrea De Gotzen, direttore del Consorzio di Bonifica Veneto Orientale, e di Giovanni Abrami, docente universitario e consulente del Consorzio.

Tutti dovevano rispondere di danneggiamento ambientale sulla base di un esposto presentato alla Procura di Venezia dalla Lipu: a chiedere e ottenere il processo per i quattro era stato il pubblico ministero lagunare Giorgio Gava. L'esposto risale a cinque anni fa ed era stato presentato contro i lavori del Consorzio di bonifica (costo di tre milioni) per uno scavo di 240 mila metri cubi su un tratto di due chilometri del canale di Porto Baseleghe con la costruzione sui canali della laguna di tre barene di 20 ettari e una duna artificiale. La Lipu aveva anche avanzato la richiesta di sospensione dei lavori firmata anche da altre associazioni ambientaliste e da «Veneto Nuovo». «Noi siamo favorevoli ad intervenire ma non in questo modo», aveva spiegato Marco Favaro di «Veneto Nuovo», «la laguna sta subendo dei danni irreparabili e se i lavori non vengono fermati immediatamente a farne le spese è Caorle e il tesoro ambientale che è unico, noi ci siamo sempre battuti contro interventi di questo tipo per risparmiare la laguna, vorremmo far capire che a monte ci serve uno studio complessivo e delle opere di ingegneria appropriate frutto di uno studio interdisciplinare».

L'intera area, tra l'altro, è tutelata come zona Sic (Sito di interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale), protetto cioè dalle normative della Comunità europea oltre che da quelle italiane. Stando alle accuse, oltre allo scavo che il Consorzio ha compiuto c'è anche la dispersione dei fanghi nell'area protetta: De Gotzen avrebbe diretto i lavori, Vernizzi e Furlanis avrebbero dato il via libera, Abrami come consulente avrebbe approvato. Ieri il pm aveva chiesto la condanna per tutti e il pagamento di un’ammenda di 4 mila euro ciascuno. I difensori, gli avvocati Marco Vassallo, Antonio Forza e Andrea Pavanini, hanno sostenuto, al contrario che l’ambiente, dopo gli interventi, era stato valorizzato e migliorato, come ha spiegato anche il consulente della difresa Luigi D’Alpaos, ingegnere idraulico di grande esperienza. Inoltre, i legali hanno sostenuto che anche le procedure adottate erano state corrette.

Giorgio Cecchetti

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