Scatta l'ora dell'ultimatum Unesco: «Interventi concreti o Venezia tra i siti in pericolo»

Turismo, grandi navi, moto ondoso, residenti: martedì il sindaco Brugnaro incontrerà a Parigi i vertici Unesco per presentare il piano del Comune. Rössler (Commissione per il Patrimonio) spiega perché si è decisi di intervenire
Turismo e grandi navi: due delle emergenze evidenziate dall'Unesco
Turismo e grandi navi: due delle emergenze evidenziate dall'Unesco

VENEZIA. Turismo soffocante, moto ondoso che danneggia gli antichi palazzi, le grandi navi che ancora passano davanti a San Marco, i veneziani che son sempre meno di anno in anno: martedì 24 il sindaco di Venezia Luigi  Brunaro sarà a Parigi per spiegare ai vertici dell'Unesco cosa l'amministrazione intenda fare per affrontare i gravi problemi che affliggono la città storica e che, nel luglio 2016, avevano determinato l'organizzazione mondiale di tutela del patrimonio dell'umanità a lanciare un ultimatum alla citt: interventi certo o l'Unesco avrebbe inserito Venezia tra i siti in pericolo.

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Cosa contesta l'Unesco? L'aveva spiegato in un'intervista a La Nuova di Venezia e Mesre la direttrice del Centro per il Patrimonio Mondiale dell'Umanità Unesco, la dottoressa Mechtild Rössler.

L' Unesco ha dato un chiaro messaggio a Venezia. Com'è la situazione attualmente?

«Aspettiamo il report il primo febbraio, solo dopo potremmo fare delle considerazioni. Il documento verrà analizzato dai membri del centro Unesco e le conclusioni verranno sottoposte all'attenzione degli esperti, in occasione del quarantunesimo incontro di luglio. L' Unesco ha espresso la sua estrema preoccupazione sul fatto che la combinazione tra sviluppo, ininterrotte trasformazioni del paesaggio e progetti proposti fino ad adesso, stiano minacciando dall'interno il sito di Venezia, portando a un serio deterioramento del sistema ecologico e culturale della laguna e a cambiamenti irreversibili del complessivo rapporto tra la città e la sua laguna, inclusa la perdita di una coerenza che riguarda il piano regolatore e l'architettura della città».

Cosa succede se il report non soddisfa le richieste?

«Noi abbiamo dato i punti chiave, ma se non ci sono dei sostanziali miglioramenti allora verrà presa in considerazione la possibilità di inserire Venezia tra i siti in pericolo. Se non si interviene sui punti indicati, ci potrebbe essere una perdita irreversibile di autenticità e di integrità di Venezia».

 «La Commissione, il primo dicembre, ha richiesto all'Italia di creare quella che viene chiamata buffer zone. Con questo termine si intende un contesto territoriale che ha una diretta influenza sulla tutela e salvaguardia del sito. Tale area di protezione deve contenere una serie di funzioni e servizi che facciano da filtro alle pressioni di diverso tipo che possono gravare sul sito. Lo scopo è quello di fare le minori modifiche possibili. Abbiamo chiesto che le autorità applichino tutte le misure più urgenti come evidenziato nel report inviato a luglio».

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Quali sono i punti che vi aspettate che arrivino con una risposta dettagliata?

«Bisogna migliorare quello che già nel 2015, all'interno delle indicazioni date dalla missione Icomos Ramsar (International council on monuments and sites) aveva dato e quello richiesto lo scorso luglio. In particolare, sottoporre l'emissione dei permessi che riguardano progetti di sviluppo all'attenzione del Centro per il Patrimonio Mondiale (World Heritage Centre), rafforzare i limiti di velocità e il regolamento delle diverse tipologie di imbarcazioni permesse nella laguna e ridurre il numero delle grandi navi. Abbiamo chiesto di preparare una strategia del turismo, un regolamento giuridico che protegga la città e un meccanismo di controllo che garantisca il funzionamento. Chiediamo che si sviluppino delle misure che fermino la trasformazione del cambio di destinazione d'uso degli immobili da residenziali a turistici».

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Come immaginate che possa concretizzarsi questo cambiamento?

«Ci vuole un piano di gestione generale e una revisione periodica del piano di gestione. Per questo bisogna rinforzare il coordinamento di tutti i portatori di interesse e chiarire gli scopi e le funzioni del Comitato di direzione». 

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Che tipo di Venezia vi piacerebbe vedere nei prossimi anni?

«Vorremmo più sforzi su tutti i livelli, necessari per la conservazione di questo raro e unico sito patrimonio dell'Unesco. Le autorità sono incoraggiate a lavorare con tutto quello che concerne la prevenzione delle minacce ecologiche e culturali della laguna e della città storica. La direttrice generale dell'Unesco Irina Bokova è venuta a Venezia in occasione dei cinquanta anni dell'acqua alta e della campagna di salvaguardia per Venezia lanciata dall'Unesco nel 1966. Lei ha aperto un convegno internazionale alla Fondazione Cini sul futuro della laguna e sulla sostenibilità della gestione di questo patrimonio, in una conferenza intitolata "Sostenibilità delle comunità locali con un valore globale: il caso di Venezia e della sua laguna". In questa occasione ha incontrato alcuni rappresentanti della città per portare avanti la discussione. Bokova ha evidenziato che " Venezia è un patrimonio condiviso di eccezionale valore universale e deve rimanere anche un posto dinamico dove tutti i veneziani possono vivere e lavorare. L' Unesco è profondamente rispettoso degli sforzi italiani e determinato a sostenere i veneziani in questo tentativo»

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