Scatta la mobilitazione contro la centrale a biogas

Portegrandi. Comitato compatto: gruppo Facebook, opuscoli e lettere ai sindaci I residenti: «Quest’opera non porterà lavoro, soltanto grandi disagi»
Di Marta Artico

PORTEGRANDI. È compatto il comitato contro la costruzione della centrale a biogas a Portegrandi, in bocca alla conca antica. Lunedì sera i cittadini si sono nuovamente incontrati per raccogliere pareri e impressioni, contarsi e provare a fare fronte comune.

Nella prima parte della serata è stato illustrato dai coordinatori in che cosa consiste il ciclo del biogas e dunque come si formano l’energia elettrica e quella termica prodotte dalla fermentazione di liquami di bestie e residui di lavorazione dei campi. Ma anche da dove deriva la convenienza, i certificati verdi, gli incentivi della Regione e la possibilità di business che annusano molte ditte e aziende del Veneto.

Poi si è entrati nello specifico del progetto presentato dall’azienda agricola I Marzi. «L’impianto di Portegrandi» è stato spiegato, dati alla mano “sarebbe da 0,999 megawatt, la copertura dell’impianto di un ettaro, le opere di mitigazione cinque ettari, un’unità lavorativa».

«Dunque» è stato detto «sfatiamo il mito che la centrale dà da lavorare». Per l’impianto verrà utilizzato liquame suino ma soprattutto materiale proveniente dalle coltivazioni agricole di Portegrandi dell’azienda e di Villorba. Tra i punti messi in luce c’è, infatti, proprio il problema relativo al trasporto e dunque al passaggio per il piccolo ponte della conca, dei carichi che saranno diretti alla centrale.

I cittadini hanno poi evidenziato disagi legati alla viabilità, al rischio per la salute, all’inquinamento e all’impoverimento delle falde acquifere e alla proliferazione possibile di mucillaggini in laguna. Saranno prodotti un opuscolo che verrà distribuito alla popolazione, è stato aperto un gruppo Facebook che ha già oltre 200 iscritti ed è stata inviata una lettera alla sindaca, Silvia Conte, nella quale si chiede di farsi portavoce del dissenso e informare i comuni vicini di Marcon, Roncade, Musile, Jesolo e Cavallino. Ma sarà coinvolta tutta la popolazione, compresi i bambini che disegneranno il logo del comitato.

Prossimamente il comitato indirizzerà una lettera a tutti gli enti che saranno chiamati a dare il via libera al progetto in Conferenza dei servizi, oltre che ai gruppi politici in Regione.

«Quello che sogniamo» spiega Caterina Pagnin «è dare un futuro diverso e sostenibile al territorio, per questo non vogliamo essere un comitato contro, ma un gruppo permanente che lavori in positivo per la nostra bellissima frazione».

Presenti lunedì sera il consigliere comunale Gigi Varin e Celestino Mazzon, tra i promotori della raccolta firme contro la centrale, ma soprattutto molti cittadini.

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