Scarpe e borsette false scoperti due laboratori
STRA. Duro colpo alla filiera del falso in Riviera del Brenta nel comparto della calzatura. La guardia di finanza ha sgominato due laboratori clandestini specializzati nel confezionamento di prodotti copia che usavano illecitamente marchi di richiamo come Gucci, Louis Vuitton, Dior, Chanel e Fendi compiendo frodi commerciali per milioni di euro. Durissime le reazioni dei sindacati che chiedono la nascita al più presto del marchio “Made in Riviera del Brenta” garantito da un ente certificatore, annunciato da un anno dalle associazioni di categoria, ma che ancora non ha visto la luce.
I due laboratori clandestini sono stati scoperti dettagliate indagini nella zona fra Stra, Vigonza e Fiesso, camuffati all’interno di abitazioni. I laboratori permettevano, grazie a sofisticati macchinari, il confezionamento delle merci fasulle con marchi d’alta moda. Le perquisizioni dei laboratori, eseguite su ordine della Procura, hanno consentito di sequestrare stampi e fustelle per la produzione di calzature taroccate. Si tratta, in particolare, di oltre 12.500 pezzi di morsetteria, 2 stampi per la produzione in pressofusione della morsetteria, 49 fustelle in metallo di varie misure, oltre 60 mt di nastro vario per confezionare calzature, pezzi di tessuto contraffatto, tutti riconducili alle note griffe Gucci, Louis Vuitton, Dior, Chanel e Fendi. L’operazione, fanno sapere le Fiamme Gialle, altro non è che il frutto delle indagini avviate in autunno, quando il gruppo anticontraffazione della guardia di finanza, aveva scoperto due laboratori abusivi gestiti da italiani. Il passo successivo è stato ricostruire la filiera della contraffazione delle calzature in Riviera, sequestrando materiali e le apparecchiature. «La nuova scoperta della guardia di finanza», dice Riccardo Colletti segretario provinciale della Filctem Cgil, «conferma quanto da tempo abbiamo sempre denunciato e cioè che va creato al più presto un marchio “Made In Riviera del Brenta”. Un marchio che permetterebbe una certificazione del prodotto attraverso la costruzione di una filiera della calzatura della Riviera del Brenta doc».
«Stiamo aspettando», continua Colletti, «che venga identificato l’ente certificatore, un ente terzo, per la creazione del marchio. Chiediamo che non si perda più del tempo. A rischio è la credibilità della qualità della calzatura rivierasca nei mercati interni ed esteri, cioè di una calzatura fra le più pregiate al mondo». Il distretto della calzatura dà lavoro a quasi 10 mila dipendenti e conta quasi 600 aziende. E’ uno dei pochi nel comprensorio che ha retto bene all’urto della crisi degli ultimi 8 anni.
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