Scappa con il figlio dalla casa famiglia

Il bambino è stato destinato a una comunità: la donna segue gli operatori fino alla sede poi fugge con lui nella sua auto
25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre...Nella foto: Tribunale dei Minori di Mestre..Foto richiesta da: Scattolin 25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre...Foto richiesta da: ScattolinIl Tribunale dei minorenni
25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre...Nella foto: Tribunale dei Minori di Mestre..Foto richiesta da: Scattolin 25/10/2005 Giornata della Giustizia. Tribunale dei Minori di Mestre...Foto richiesta da: ScattolinIl Tribunale dei minorenni

VENEZIA. Scappa con suo figlio che era appena stato affidato a una comunità del Trevigiano, ora una mamma della Riviera del Brenta afflitta da problemi psichici e legati alla droga è ricercata dalle forze dell’ordine. La donna che ha fatto perdere le sue tracce rischia gravissime imputazioni: da quella di sottrazione di minore, al sequestro di persona se il ragazzino non fosse stato consenziente nel seguirla. Il caso è quello che il nostro giornale segue da mesi: un ragazzino di 13 anni della Riviera del Brenta che da un anno e mezzo non va a scuola perché la mamma, seguita dai Servizi sociali, nonostante i ripetuti richiami non lo faceva andare in classe. La vicenda sembrava aver avuto un epilogo grazie alla decisione del Tribunale dei minori di Venezia: il tredicenne sarebbe dovuto restare in una casa famiglia fino a 18 anni di età compiuti, nella comunità per la quale il Comune della Riviera ha anche già stabilito a bilancio uno stanziamento in quota parte per i prossimi due anni.

La fuga. Lunedì scorso gli operatori dei Servizi sociali e il ragazzino su un mezzo del Comune, e la mamma sulla sua auto, si sono avviati nel primo pomeriggio verso la struttura del Trevigiano. La decisione di acconsentire alla presenza della mamma al momento del distacco e la consegna alla casa famiglia è stata presa dai Servizi sociali per evitare traumi troppo grandi dal punto di vista emozionale al ragazzino. Tutto pareva fosse filato per il meglio, la mamma non aveva dato segni di squilibrio o tensione e sembrava si fosse pacificata sul fatto che il ragazzino dovesse vivere lì. La donna però, mentre era nella casa famiglia, al momento dei saluti, improvvisamente ha chiesto con una scusa di recarsi in macchina a prendere degli oggetti da una borsetta. Nel frattempo, forse d’accordo con il ragazzino, è salita insieme sul mezzo ed è fuggita facendo perdere le proprie tracce, creando così poco dopo sgomento sia negli operatori della casa famiglia che in quelli dei Servizi sociali.

Le ricerche. Dopo la fuga della mamma con il figlio tredicenne sono stati allertati polizia, carabinieri e vigili del Comune interessato, che per tutta ieri hanno cercato invano di mettersi in contatto con la donna, soprattutto per evitare che possa commettere atti inconsulti. Anche il sindaco del paese è molto colpito dagli sviluppi: «Spero che tutto si risolva per il meglio. La questione è stata seguita nei particolari dai nostri Servizi sociali. Avevano individuato per la crescita di questo ragazzino e il suo rientro a scuola una casa famiglia fra le migliori della regione. Speriamo che la mamma del ragazzino si renda conto dell’atto compiuto e torni con lui dove era destinato». La permanenza del ragazzino nella struttura costa 102 euro al giorno, 36 mila euro all’anno, metà li mette il Comune, l’altra metà arriveranno dai fondi regionali per questi casi.

L’appello e le accuse della nonna. Se Servizi sociali e forze dell’ordine stanno cercando la mamma con il bambino, dalla nonna del ragazzo – che da anni denuncia la vicenda come insostenibile – arrivano pesanti accuse: «Intanto lancio un appello a mia figlia: torna, hai bisogno di aiuto. Nessuno ti vuole del male. Tutti vogliono aiutarti e tutti vogliono il tuo bene e quello di tuo figlio». Poi le accuse. «C’è da chiedersi perché a mia figlia seguita per problemi psichici è stato consentito di andare a salutare mio nipote seguendo le auto del Comune con la propria? Non potevano essere messi in conto, vista la persona, comportamenti del genere da parte dei Servizi sociali che sono anche quelli che di mia figlia hanno la tutela?». La nonna ha deciso di rivolgersi a un avvocato per denunciare eventuali negligenze e colpe in tutto lo sviluppo della vicenda.

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