Scano vuole in squadra Lacchin e Garofolini

Il grillino punta sul Casinò unico a San Giuliano, il taglio delle partecipate e il numero chiuso a San Marco

Se il Movimento Cinque Stelle si piazzasse in testa e iniziasse a ragionare su una possibile squadra, Michele Lacchin, vice presidente della Confesercenti, e Carlo Garofolini, presidente dell’Adico, potrebbero a breve ricevere una telefonata. Domenica sera, in occasione delle serate con un candidato, organizzate al Palaplip dall’associazione Reset e intitolate “Aggiungi un voto a tavola”, il grillino Scano ha rotto per primo la coltre di silenzio sui papabili da inserire a Ca’ Farsetti, come da tempo i cittadini chiedono a tutti candidati. In realtà, i due adocchiati dal pentastellato non ne sanno ancora nulla, ma il loro curriculum non è passato inosservato al candidato. Intanto Scano ha voluto parlare di cose concrete, entrando nel vivo soprattutto di alcune questioni: Casinò, turismo, mobilità.

Sul tavolo, un libro rosso: «Non è quello di Mao», ha detto scherzando, «ma il nostro programma». Poche frecciatine agli avversari: conferma di stima a Gian Angelo Bellati, riferimento esplicito al bombardamento pubblicitario di Luigi Brugnaro. Arrivare al ballottaggio? «Si dice con Brugnaro». Alleanze in caso di sconfitta? «Prima chiediamo che si firmino alcune nostre proposte, poi vediamo». Scano illustra un piano di rilancio del Casinò che spazzerebbe via ogni traccia della gestione passata e aprirebbe un nuovo scenario, anche urbano. Via Ca’ Noghera e Palazzo Vendramin Calergi. «La nostra idea», come si legge nel programma www.grillivenezia.org, «è di spostare tutto a San Giuliano, facendo un accordo con un imprenditore alberghiero, con ingresso o meno nel capitale sociale con quota di minoranza. In cambio dell’investimento l’imprenditore gestirebbe l’hotel per 15 o 20 anni, in base a un piano concordato, risparmiando sulla manutenzione di Ca’ Noghera. Ca’ Vendramin diventerebbe la sede di uffici e di qualche camera lussuosa per giocatori».

L’operazione della partecipata sarebbe rivista da zero da un consulente chiamato da Macao o Las Vegas. Troppo costoso? «No, rispetto a quello che si spende ora», risponde, «specie se contiamo che in America i croupier prendono la metà dei nostri. È ora che facciano un passo indietro, per lasciare che la città ne faccia tre in avanti».

Sui flussi Scano conferma l’ipotesi del consulente in turismo Marco Scurati, ovvero sperimentare una San Marco a numero chiuso: «So che ci sono molte resistenze, ma bisogna provare qualcosa e questa idea, unita a una generale informatizzazione della città, mi sembra fattibile». Anche l’amministrazione subirà la rivoluzione Cinque Stelle, a partire dai ruoli dirigenziali del Comune che verranno dimezzati, poi al taglio delle partecipate, come Venezia Spiagge «da eliminare». Stop al tram, almeno fino a quando le casse sono vuote.

Vera Mantengoli

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