Scalera, arriva l’accordo gli alloggi saranno finiti
VENEZIA. Si sblocca finalmente l’annosa vicenda della case per i veneziani mai finite da Acqua Marcia nel complesso dell’ex Scalera alla Giudecca, con un accordo raggiunto tra la società ora in concordato preventivo che fu di Francesco Bellavista Caltagirone, il Comune di Venezia e le Assicurazioni Generali con cui la società aveva stipulato delle fidejussioni a garanzia dell’esecuzione dell’intervento, che Ca’ Farsetti ha tentato, invano, di incassare.
L’accordo raggiunto prevede in sostanza che sarà il nuovo acquirente dell’area - che sarà messa all’asta dal commissario nominato dal Tribunale, tra qualche mese - a terminare l’intervento, ereditando i permessi di costruire rilasciati dal Comune da Acqua Marcia, mentre le fidejussioni rilasciate dalle Generali e bloccate da un lungo contenzioso al Tar - perché la compagnia assicurativa non riconosceva più il diritto del Comune a richiederle – torneranno a essere valide come garanzia del completamento delle costruzioni. Nell’accordo sottoscritto il Comune si impegna a concludere il procedimento sulla perizia di variante per le aree della Scalera ed ex Trevisan e a concedere dunque le proroghe necessarie al completamento dei lavori, mentre Acqua Marcia Immobiliare srl ritirerà da parte sua, il ricorso che aveva presentato al Tar contro le decisioni di Ca’ Farsetti. Rimane quindi l’obbligo - che passerà al nuovo acquirente dell’area - di completare 25 alloggi che saranno offerti a prezzo convenzionato a destinatari individuati dal Comune, che aveva a suo tempo già stilato una graduatoria di aventi diritto. Viene a cadere anche il contenzioso tra Comune e Generali - che aveva fatto causa in Tribunale all’Amministrazione - e tornano quindi valide le fidejussioni per circa 4 milioni e 350 mila euro che erano state stipulate.
Con l’accordo l’area della Scalera e quella Trevisan diventeranno due comparti autonomi e funzionali. La realizzazione degli alloggi alla Scalera era già parte della convenzione sottoscritta tra Comune e Acqua Marcia ai tempi della trasformazione del Molino Stucky in hotel, concessa al gruppo Caltagirone.
I lavori erano però partiti solo dopo l’apertura del nuovo albergo ed erano sempre proceduti con lentezza e difficoltà, fino a quando il tracollo di Acqua Marcia con la messa in liquidazione della società, anche per i problemi di liquidità insorti, aveva di fatto bloccato tutto, nonostante gli appartamenti siano stati completati al grezzo. Resta anche il problema del completamento della bonifica dei terreni dell’area, che contengono residui legati alla precedente lavorazione del vetro nella zona.
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