Scaduti i termini per i bambini "no vax". Nessuno sospeso

Beltrame (Ufficio scolastico): «I casi di inadempienza saranno segnalati all’Usl». In molti a casa per lo sciopero

VENEZIA. Nessun bambino del Veneziano è stato sospeso e lasciato fuori da asili nido e scuole dell’infanzia dopo la scadenza dell’ultima data utile per i vaccini obbligatori. I tanto temuti provvedimenti ieri non sono scattati tra strutture statali, gestite dai singoli Comuni oppure paritarie, con queste ultime che rappresentano il 60% degli iscritti totali. Non è però detto che possa verificarsi qualche caso nei prossimi giorni. Se è vero che i termini scadevano il 30 aprile, e che per la sola Usl 3 Serenissima i bambini che non avevano ancora risposto all’appello (tra 0 e 6 anni) erano circa 1.200, va messo nel conto che ieri c’era anche lo sciopero degli insegnanti e dei bidelli, e molti genitori no vax possono anche aver scelto di tenersi i figli a casa, supponendo la mancanza di personale nelle scuole.

Statali. Singoli casi in queste strutture non ne sono emersi alla riapertura dopo il ponte del primo maggio e Daniela Beltrame, direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale osserva: «La situazione è in mano all’assessore regionale alla Sanità che coordina le aziende sanitarie venete. Purtroppo non tutte le trasmissioni alle singole scuole sono state fatte nei tempi prestabiliti e possono anche esserci stati dei ritardi nelle riconsegne della documentazione necessaria. Se ci fossero casi di inadempienza da parte dei genitori, i nostri dirigenti non potranno far altro che segnalare la cosa ai sindaci».

Comune di Venezia. A fronte di una copertura nazionale pari al 94,5% e una regionale del 95,5, Venezia si dimostra una tra le città dove è più alto il livello di vaccinazioni, arrivando al 98. «Dati alla mano emerge che, a oggi, su oltre mille bambini iscritti ai nidi e alle scuole dell’infanzia comunali, solo 20 devono ancora fornire la documentazione prevista dalla legge per poter frequentare le strutture», afferma l’assessore alle Politiche sociali, Paolo Romor. «Nel dettaglio, quattro hanno presentato giustificazioni che abbiamo provveduto a inoltrare all’Usl 3 per le opportune verifiche. Infatti in un caso si certificava il rischio per il bambino di sottoporsi alla vaccinazione obbligatoria, e negli altri si informava l’Amministrazione di aver già preso appuntamento per la vaccinazione. Per quanto riguarda gli altri 16, per un disguido non imputabile al Comune, le rispettive famiglie non hanno ancora ritirato la raccomandata, spedita lo scorso marzo, nella quale si informavano le famiglie sugli adempimenti di legge da seguire. Insegnanti e personale impiegato negli uffici comunali hanno saputo in questi mesi mettersi a disposizione dei genitori per fornire ogni supporto necessario per completare una procedura che, ribadisco, è stabilita da una legge nazionale».

Fism. Neppure alla Federazione italiana scuole materne, le paritarie, risultano casi di sospensioni o alunni respinti ieri mattina. Sono in tutto 10 mila quelli iscritti alle 130 scuole dell’infanzia e 900 quelli nei 42 nidi integrati gestiti dalla Fism. Risulta tuttavia al presidente della Fism veneziana, Stefano Cecchin, che nella nostra provincia siano fra i 200 e i 300 i bambini, iscritti alle scuole della Fism, che non hanno ancora ottemperato alle vaccinazioni. «Forse oggi (ieri, ndr) sono stati tenuti a casa dai genitori sapendo dello sciopero degli insegnanti, oppure per cercare di prendere tempo in attesa che si chiarisca la situazione», dice Cecchin. «Rimane il fatto che l’eventuale sospensione grava su dirigenti, parroci e famiglie, e non è giusto che sia così».

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