«Sbarramento anticuneo salino I lavori devono partire in fretta»
Sollecito del presidente di Chioggia ortomercato del Veneto al Consorzio di bonifica Adige Euganeo Le crisi idriche che colpiscono i fiumi non sono un evento eccezionale, i danni sono notevoli
CHIOGGIA. Quando partiranno i lavori per lo sbarramento anticuneo salino sul Brenta? Se lo chiede il presidente di Chioggia ortomercato del Veneto, Giuseppe Boscolo Palo, che ieri ha inviato anche un sollecito al presidente del Consorzio di bonifica Adige Euganeo, Michele Zanato, per capire quando partirà il cantiere già appaltato.
L’importanza dello sbarramento per fermare la risalita dell’acqua di mare lungo il fiume diventa ancor più evidente in questi giorni quando la portata dei fiumi, a causa della siccità, è così bassa che l’infiltrazione del sale provoca danni immensi all’orticoltura. Dalle prime stime pare che già il 50% di alcune colture, come mais e barbabietole, sia andato perso.
«È ormai evidente», scrive Palo, «che le crisi idriche che colpiscono i nostri fiumi Po, Brenta e Adige in particolare da un paio di decenni non sono più un evento eccezionale, purtroppo si ripetono sempre più spesso e ciò comporta danni all’agricoltura e ovviamente accentua le difficoltà di approvvigionamento a uso idropotabile. Per queste ragioni è indispensabile ricorrere a soluzioni strutturali che garantiscano l’utilizzo dell’acqua dei fiumi per le esigenze primarie: prima l’uso potabile, poi l’irrigazione».
Nell’Adige esiste da anni una barriera anticuneo salino, che comunque è risultata insufficiente nelle ultime settimane per la portata minima del fiume. Nel Brenta invece l’infrastruttura, ideata anni fa e prevista in accordo di programma da Ministero dell’ambiente, Consorzio, Regione e Comune, non è ancora stata realizzata perché il progetto è stato corretto in corso d’opera (aggiungendo la parte carrabile nella parte superiore dello sbarramento), spostato più a monte e bloccato in attesa dell’evolversi della causa intentata dai proprietari delle darsene che insistono nell’asta del fiume.
In realtà il progetto è già stato appaltato e dopo la sentenza del Tribunale superiore delle acque di Roma del febbraio scorso, che ha rigettato il ricorso delle darsene, si pensava che il cantiere partisse velocemente.
«Il mio ruolo di amministratore unico dell’ortomercato», spiega Palo, «e di presidente del Consorzio di tutela del radicchio di Chioggia Igp mi impone di chiedere al presidente del consorzio di bonifica, responsabile del progetto, lo stato di fatto sulla barriera anti sale progettata alla foce del Brenta, opera necessaria non solo a contenere la risalita del cuneo salino, ma utilissima anche a governare e gestire un bene prezioso, qual è sempre più, l’acqua per un territorio che si estende per 22. 000 ettari».
Elisabetta B. Anzoletti
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