Sbarcano 900 crocieristi Ascom: due navi al mese
I turisti scesi dalla nave inglese Braemar si sono riversati in Corso del Popolo. Ristoranti e locali esauriti fin dalla mattinata: la soddisfazione dei commercianti
CHIOGGIA. Chioggia invasa dai turisti e non solo per l’arrivo della nave da crociera inglese “Braemar”, ormeggiata ai Saloni dalle sette e mezzo del mattino. Centro storico, soprattutto il Corso del Popolo, che si è riempito nel corso della mattinata, tra i crocieristi ed i molti visitatori provenienti dai dintorni, che hanno approfittato della giornata quasi estiva per una gita fuori porta.
Alle due e mezza del pomeriggio, alcuni ristoranti avevano ancora gente in piedi in attesa del proprio turno per poter assaggiare le prelibatezze gastronomiche clodiensi. Per quanto riguarda la nave da crociera inglese, della compagnia Fred Olsen Cruise, dei 900 passeggeri a bordo, circa la metà si sono riversati nel centro storico, “armati” delle cartine topografiche disegnate dal pittore Dino Memmo che si trovano all’interno della guida griffata da Sergio Ravagnan. Altri, saliti su quattro pullman, hanno preferito magari altre mete, mentre altri ancora si sono dedicati ad un giro in laguna con i battelli locali.
Così, tra i banchi del mercatino di antiquariato e le bellezze storiche della città, i gruppetti di crocieristi hanno trovato una città viva e accogliente. A salutare l’arrivo della nave il sindaco di Chioggia, Alessandro Ferro ed il comandante della Capitaneria di Porto, oltre al presidente dell’Ascom locale, Alessandro Da Re. «Il nostro obiettivo», ha commentato Da Re, «è quello di provare a portare molte più navi da crociera a Chioggia durante l’anno, anche due al mese se possibile, perché la crocieristica crea un indotto non indifferente. Certo ci sono ancora molte cose da risolvere, servono scelte coraggiose. È da tempo per esempio che chiediamo che questa zona del porto venga classificata da porto a commerciale a porto passeggeri. Noi la nostra parte la facciamo sempre».
Ma ad andare controcorrente in questi giorni ci ha pensato Alfredo Calascibetta, presidente del comitato per il rilancio del porto, secondo il quale una rondine non fa mai primavera. «Lavoriamo nel porto», dice Calascibetta, «da 40 anni e una parola in piazza la possiamo dire. È arrivata una nave da crociera dopo un anno di desertificazione, questo grazie ad un primario gruppo imprenditoriale marittimo genovese e forse sarà l’ultima e qui si parla già di decollo del porto. Siamo in attesa da ben 37 anni di un piano regolatore del porto, che è ancora fermo al piano Gottardo e doveva essere studiato e svolto in maniera chiara dal Ministero delle Infrastrutture. Ad oggi gli attori in essere ancora non conoscono gli iter operativi tirando in ballo un decreto ministeriale del 2015 poco chiaro e che oggi fa discutere dopo un completo disinteresse da chi avrebbe dovuto curare gli interessi del porto e della città. Fu abbozzata una revisione portuale nel 2013 che poi si è arenata in una bassa marea politica. Riguardo ai terreni il Comune e la politica locale non hanno mai voluto entrare nel merito tanto da permettere la costruzione di un impianto di gpl da 9000 metri cubi sotto le finestre delle case». —
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