Sauerbruch e Hutton foto e mini-visita nel cantiere del M9
Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton, i progettisti del museo M9, in costruzione nel centro di Mestre, erano ieri mattina a scattare foto attorno al cantiere tra via Poerio e via Brenta Vecchia. I due architetti dello studio anglotedesco erano in città per visitare la Biennale Arte. E hanno colto l’occasione per dare una occhiata al cantiere di Mestre con una visita che non è stata certo la prima in questi anni ma che è la conferma della costante attenzione per il progetto di Mestre. Foto e una passeggiata attorno al cantiere.
La presenza in centro a Mestre dei due architetti è passata inosservata ai più, visto che i due professionisti preferiscono muoversi lontano dai riflettori. Prima di prendere l’aereo per tornare in patria hanno voluto vedere l’andamento della loro “creatura”. I due hanno visitato nei giorni scorsi la Biennale ma hanno alloggiato in terraferma, nella zona di Corte Legrenzi.
Quando loro sono lontani, i lavori nel cantiere viene seguito dal loro staff tecnico e in particolare da Bettina Magistretti.
Sauerbruch in città era arrivato anche lo scorso mese di aprile, ospite di un corso dell’università di Architettura dello Iuav di Venezia per una lezione dedicata proprio al museo in costruzione a Mestre al dipartimento di Architettura e costruzione. Occasione in cui il noto architetto ha parlato della città spiegando che per lui: “The real Venice is in Mestre”, ovvero che la Venezia reale oggi sta in terraferma.
Intanto i cantieri procedono: il museo M9, un ettaro di costruzioni, sarà pronto per l’aertura alla fine del 2018.
L’investimento della Fondazione di Venezia è di 100 milioni di euro. L'ex convento del tardo Quattrocento, diventato poi distretto militare, sarà ultimato per questa estate ma non verrà subito aperto. Gli edifici del museo, quello principale con le due sale espositive e il terzo piano per le esposizioni temporanee, e quello più piccolo visibile da via Pascoli, sede dell'amministrazione, saranno coperti da migliaia di piastrelle rosse, bianche, beige in ceramica e vetro. Nello stile Sauerbruch e Hutton sarà un museo sostenibile, che punta a certificazione Leed Gold: nel sottosuolo una sessantina di sonde geotermiche; il tetto sarà con una copertura fotovoltaica di 600 metri quadri e terrazze verdi.
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