Sarta, confeziona tabarri

Monica Daniele è laureata alla Scuola delle Belle Arti ma di fare la pittrice non ha mai pensato. Amante da sempre del vintage, ha seguito la passione che molte delle donne della sua famiglia avevano: la sartoria. Da oltre un quarto di secolo Monica cuce tabarri, realizza anche cappelli e ne commercializza molti altri. Ha la bottega in calle dello Scheter, a metà strada tra campo San Polo e campo San Giacomo dell’Orio. Una calle stretta che ti costringe a notare questo negozio dal sapore antico e che in passato ospitava una bottega del caffè frequentata anche da Giacomo Casanova.

Monica è rimasta una delle ultime modelliste a confezionare tabarri. Capi in stile tradizionale, ma pure rivisti per essere più attuali e che realizza con tessuti di vario tipo, pure in cotone per l ’estate. La storia vuole che il tabarro anche se non diffuso come un tempo affascini ancora, i veneziani ma anche molti turisti. Per questo Monica confeziona capi che raggiungono varie parti del mondo, Oriente compreso: ai giapponesi il tabarro che ripara da pioggia e freddo piace molto.

Vendita in rete

Tra non poche difficoltà la modellista vende in negozio ma pure in rete. Chi entra da lei poi trova anche il cappello da abbinare con lo storico mantello, ma anche per altri vestiti. Appena metti piede in bottega lo sguardo si perde in mezzo a pile di cappelli estivi, invernali, da donna e da uomo. «In molti sono venuti qui per chiedermi se vendo maschere. Ma non esiste, non cederò mai a questo tipo di commercio. Purtroppo la poca conoscenza storica e culturale porta molti ad associare il tabarro al carnevale. E non sono solo turisti stranieri». —

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