«Sarai sempre con noi con tutta la tua energia»
La Jolly Basket sospende tutte le attività: «Uno di noi, è morto uno di noi»
SALZANO. «Uno di noi, è morto uno di noi». Un diluvio di ricordi dei compagni di squadra e degli amici di Andrea Comelato, il ragazzo di 21 anni morto improvvisamente nella giornata di ieri. Andrea giocava a pallacanestro alla Jolly Basket di Caltana di Santa Maria di Sala. «Non dimenticheremo mai - scrive la Jolly Basket nella pagina ufficiale Facebook - la tua energia, la tua disponibilità e soprattutto il tuo grande amore verso i bambini. Andrea... adesso vogliamo credere che la tua partita più importante la giocherai lassù con gli angeli e noi tutti del Jolly tiferemo solo per te». Un ragazzo energico Andrea, vigoroso, con un fisico atletico e un sorriso che testimoniava tutta la voglia di vivere e l'energia che si ha a quell'età. Quando pensi di poter cambiare il mondo, quando sali in cima a una montagna e guardi il mondo dall'alto, come si vede in una foto di lui che lo ritrae. Solo pochi giorni fa, l'11 gennaio, la ragazza di Andrea aveva postato su Facebook una foto di loro che li ritraeva insieme. "Siamo bellissimi, ti amo", scriveva Andrea. Ieri la ragazza era chiusa nel suo dolore, impossibile parlare.
«Sei stato il mio appoggio per un anno intero - scrive Gian Matteo Spolaor su Facebook - il mio primo anno al Jolly. Sei stato il mio migliore amico per tanto tempo, mi stavi sempre accanto, mi hai allenato, hai creduto in me per tutto il tempo. Sei stato la persona con cui condividevo tutto dentro la palestra. Non dovevi permetterti di fare questo Andrea ti meritavi tutte le gioie di questo mondo, eri sempre solare, felice, aiutavi tutti, eri amico dei bambini, li facevi ridere. Ti ricorderemo per sempre. Ti ricorderemo in curva per sempre». E poi ancora... «Ventun anni sono troppo pochi». Già 21 anni. E la notizia infatti nel mondo del Basket è giunta improvvisa per tutti. «Non sappiamo cosa dire - dicono quelli della Pallacanestro Mirano - la notizia è giunta inaspettata per tutti».
Serenella Bettin
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