«Sarà una mostra sull’Olocausto»
JESOLO. Una mostra sull’Olocausto al lido, dopo i “macabri corpi plastinati” che hanno preso il volo per Lisbona. Mauro Rigoni è ancora al centro della discussione sui grandi eventi e mostre organizzati negli spazi di piazza Brescia. Ha saputo che in Turchia questa mostra ha avuto un successo enorme. Si prevede un milione di visitatori. Forse anche di più. E ha avuto l’ispirazione.
«Ci pensiamo da anni», spiega Rigoni, «e con il massimo rispetto per la tragedia dell’olocausto, una ferita che non si rimarginerà mai nella storia dell’umanità. Sarà una panoramica sui campi di concentramento. Io ci sono stato ad Auschwitz, ho visto gente piangere e ammutolirsi. Dobbiamo sapere, i ragazzi devono vedere. Se serve anche con immagini forti, reperti, oggetti che arrivano direttamente da quell’inferno».
Si parla di ricostruzioni di camere a gas, foto, denti, frammenti di pelle. L’olocausto è stato questo e quegli oggetti raccolti pazientemente dopo anni di ricerche sembrano avere davvero un’anima. Ma già a Jesolo c’è chi storce il naso. I corpi veri plastinati erano stati in qualche modo metabolizzati, ma adesso ci si confronta con una tragedia dell’umanità da sei milioni di morti, 15 mila campi disseminati in tutta Europa, molti dei quali distrutti dai nazisti prima che arrivassero americani e inglesi. Il genocidio di un popolo. La Shoah, che in ebreo significa catastrofe. Ma è anche facile urtare le suscettibilità. «Ci sono mostre in cui si paga il biglietto per vedere armi e strumenti di morte», dice ancora Rigoni, «in cui si parla di Grande Guerra. Noi parleremo della seconda guerra mondiale, di cosa sia accaduto in quel periodo terribile, di cosa sia stato l’olocausto degli ebrei e di tante minoranze, di come l’umanità possa decidere chi è diverso ed essere eliminato, con una popolazione che spesso ha voltato le spalle a quanto stava accadendo. Le giovani generazioni devono sapere e questa mostra avrà esattamente tale intento. Lo faremo con immagini forti, ma con il massimo rispetto».
La mostra sull’Olocausto e i campi di sterminio sono un’idea che era già maturata e circolata qualche anno fa. Ma parlare dello sterminio degli ebrei in un località turistica non ha convinto tutti, in una città in cui si raccolgono persino le firme per intitolare un tratto di lungomare a Benito Mussolini. «Io penso che i grandi eventi possano decollare a Jesolo», conclude Rigoni, «e non è una questione di estate o di inverno, e neppure di allungamento stagionale. Si tratta di puntare sul brand Jesolo, crederci come abbiamo fatto noi che nel marketing abbiamo stanziato qualcosa come 500 mila euro in due anni. E il nome di Jesolo compariva sempre. Noi lo abbiamo già dimostrato con Real Bodies e le code per entrare in pieno inverno». (g.ca.)
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