“Santona” nei guai per abuso edilizio costruisce ancora
CAVARZERE. E se la Madonna facesse le sue apparizioni da qualche altra parte? La battuta che circola in municipio da qualche giorno non è lo specchio di sentimenti dissacratori ma quella che sembra l'unica possibile soluzione del paradosso burocratico-religioso che si è creato in quell'angolo di via Dalla Chiesa dove un il Gruppo di fedeli omonimo da quasi 15 anni, adora la “Madonna addolorata del perdono”.
E' stata una signora, Alina Coia, che abita lì, ad annunciare all'epoca, l'apparizione, sotto un salice, poco lontano da casa sua, di quella che lei ha riconosciuto come la Madonna e alla quale, poco a poco, sono state dedicate non solo preghiere di sempre più numerosi fedeli, ma anche statue, immagini e altre strutture. Oggi, in quel tratto di strada, dove il 4 e il 28 di ogni mese si radunano centinaia di persone per ascoltare le parole che la Madonna ispirerebbe in visione ad Alina Coia, ci sono una pensilina, dei bagni chimici, un pennone luminoso, sedie, transenne, statue di Maria, di Padre Pio, di Gesù, ecc. Tutto collocato a lato della strada su suolo pubblico senza nessun permesso, tanto da far guadagnare al Gruppo di fedeli una denuncia per abuso edilizio. Per sanare la situazione, pare su consiglio di qualche assessore, il Gruppo aveva presentato una Scia (segnalazione certificata di inizio attività) che prevedeva la creazione, sul terreno adiacente acquistato dai fedeli stessi, di una piattaforma 21 metri per 11, con un getto perimetrale e quadroni di cemento posati su sabbia. Ma gli uffici comunali hanno risposto di no: se la struttura è provvisoria (e la Scia non lo dice) non serve la Scia, se è definitiva serve un Pua (piano urbanistico attuativo) concordato con gli altri proprietari dell'area. Nel frattempo la polizia locale ha rilevato non solo la creazione della piattaforma suddetta, ma anche di una più piccola (4 metri di lato) tutta in cemento e avrebbe mandato la segnalazione alla Procura. Ora il Comune sta aspettando una dichiarazione del Gruppo che sancisca la provvisorietà o meno dell'opera, ma l'abuso resta.
Diego Degan
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