Santo Stefano all’iper «La Regione blocchi chi vuole aprire»
«Aprire il 26 dicembre e il primo gennaio è una bestemmia economica, confidiamo nella Regione, la sola che può fare qualche cosa». Tiziana D'Andrea, leader delle commesse trevigiane, non si dà per vinta. Dopo aver organizzato assieme al parroco di Dese, don Enrico Torta, l'assemblea delle lavoratrici e dei dipendenti della grande distribuzione, assieme al sacerdote e al direttore della Sme di Marghera sarà in Regione il 14 dicembre, per il lancio del tavolo etico.
D'Andrea stigmatizza la linea del Carrefour di Portogruaro, la cui direzione ha deciso di aprire nei due giorni di festa, nonostante il centro commerciale Adriatico 2 sia chiuso, mentre attende di sapere cosa farà la catena francese a Marcon. I grossi colossi del commercio che gravitano attorno a Mestre hanno ascoltato il sindaco di Venezia e la volontà dell'amministrazione che almeno il 26 dicembre e il primo gennaio, voleva che Auchan, Nave De Vero, Panorama di Marghera e Valecenter di Marcon, fossero chiusi. Il Carrefour però, nonostante il centro commerciale Valecenter spenga le luci, vorrebbe tenere egualmente aperto. Ieri nessuna decisione era ancora stata comunicata. «La partita è aperta,» spiega D'Andrea, «noi ci appelliamo alla Regione, speriamo che sia di richiamo alle coscienze, anche perché se tutti stanno chiusi, il fatto che qualcuno possa tenere aperto diventa una turbativa di mercato. I sindacati sono inesistenti, i dipendenti hanno paura anche a mettere mi piace su una pagina facebook di protesta, con i pacchi di curricula fermi a fare la muffa, chi se la sente di manifestare? Qui c'è una legge sbagliata, o diciamo basta a queste bestemmie economiche, regalo alle cooperative e alla grande distribuzione, o significa che il governo e la politica vogliono questo tipo di modello».
I dipendenti del Carrefour di Marcon hanno comunque anticipato di non voler andare a lavorare a Santo Stefano. La prossima settimana è stata indetta un'assemblea sindacale. «Informeremo i dipendenti» spiega Andrea Stevanin (Fisascat Cisl) «se l'azienda forza la mano come sembra, sfidando il patto di sensibilità raggiunto assieme al Comune, si dirà ai lavoratori che non c'è l'obbligo di prestazione nelle festività». «I lavoratori sono in fibrillazione perché ancora non sanno nulla», commenta il sindaco di Marcon, Andrea Follini, «mi sembra siano compatti nell'intenzione di non aderire alla proposta di andare a lavorare il 26, quindi l'azienda dovrebbe ricorrere a personale interinale. Mi domando se il gioco, per la catena, valga la candela». E conclude: «I sindaci non hanno neanche un po' di potere dal punto di vista normativo. A noi come già detto, piacerebbe fosse una giornata di tutti, un'occasione per tenere chiuso».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia