Sant’Ilario, agricoltura sostenibile

Giare. L’azienda ha un elevato grado di tecnologia, dal prossimo anno gestirà un impianto a biomassa

MIRA. Millequattrocento ettari di agricoltura sostenibile, fra vallicoltura (400 ettari di coltura del pesce in valli della laguna) e mille ettari di colture estensive di mais frumento, soia da semi, orzo, vigneti, di cui 13 ettari coltivati a pinot grigio e prosecco. È questa la dimensione dell’azienda agricola Sant’Ilario a Giare che gestirà dal 2019 anche il funzionamento dell’impianto a bio masse di Lugo di Campagna Lupia, che sta per essere costruito a ridosso della Romea.

Un impianto in grado di produrre bio metano dai rifiuti agricoli. Metano che sarà venduto in un apposito distributore a ridosso dell’impianto o lungo la Romea. Questa azienda è costituita da altre tre società che sono Agrilux, Bioman e Vallette spa. Tutte queste società fanno parte del gruppo Finam, la holding di proprietà della famiglia di Angelo Mandato, noto manager nel campo di rifiuti e biomasse. Chi gestisce l’azienda Sant’ Ilario comunque è deciso a spiegare il genere di agricoltura all’avanguardia, che si fa nei terreni di proprietà un tempo dell’imprenditore Gandolfi.

Ci sono sei persone impiegate complessivamente all’interno, un numero relativamente basso grazie anche all’alta automazione che ha raggiunto in termini tecnologici la stessa azienda. «Questa azienda», spiegano il coordinatore agronomo Ivan Furlanetto e Efrem Destro, che gestiscono insieme il personale addetto alle colture, «è all’avanguardia nel campo dell’agricoltura sostenibile e biologica. Ad esempio si è studiato un sistema di conformazione dei terreni con fasce di vegetazione e compensazione. Ogni appezzamento di una certa dimensione è delimitato da filari di pioppi, che evitano trattenendoli, che i liquidi di azoto dei concimi, finiscano in laguna inquinandola. Abbiamo comprato impianti di irrigazione in grado di coprire in poche ore il fabbisogno di decine di ettari e poi abbiamo comprato nell’Iowa negli Stati Uniti una delle più grandi macchine agricole create per questo comparto. È in grado di arare più terreno e di spendere a parità di tempo meno carburante di altre, contribuendo ad alimentare un circuito di rispetto dell’ambiente virtuoso. Non utilizziamo scarti di rifiuti per le concimazioni se non quelli dell’ambito agricolo».

L’azienda Sant’Ilario si occupa poi di allevamento di pesce come orate, anguille. sogliole e anche cefali per tutto il periodo dell’anno. «Si tratta di pesce fresco», spiega Furlanetto, «che viene allevato in un ambiente naturale unico e costantemente controllato».

L’azienda è meta di visite scolastiche da tutti i tipi di istituti sia medi che superiori. Il 13 maggio in collaborazione con il Comune di Mira e le associazioni del territorio verrà organizzata una biciclettata con centinaia di persone. Infine la questione della centrale a bio masse contestata dagli ambientalisti a Lugo di Campagna Lupia a due passi dall’Oasi del Wwf di Valle Averto. «Il bio metano che si produrrà con l’arrivo di circa 30 tonnellate o al giorno di biomasse agricole sarà stoccato e poi venduto con un distributore apposito a Campagna Lupia o a Mira lungo la Romea. Potrebbe diventare», chiude Furlanetto,«il carburante per i camion Veritas».

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