Santa Maria di Sala, Villa Farsetti apre le porte ai giovani
SANTA MARIA DI SALA. La movida? A Santa Maria di Sala è in villa. In un comune dove il capoluogo una vera e propria piazza non ce l’ha, il rito dello spritz va in scena nel parco della monumentale Villa Farsetti, con musica a tutto volume e tintinnio di brindisi: i giovani, nel primo vero evento della stagione, non se lo lasciano sfuggire e vanno all’assalto. Pienone e colpo d’occhio non indifferente domenica sera per “Aperitivo in villa”, con qualche centinaio di giovani che hanno scelto quella che fu la dimora dei Farsetti per lo spritz domenicale, nonostante la concorrenza delle piazze vicine: quella più famosa di Mirano e le due di Noale, per l’occasione invase per la festa dei fiori. Scatti che il sindaco Nicola Fragomeni esibisce orgoglioso su Facebook e ne fa tema di campagna elettorale. Perché non tutti sono d’accordo, ma per la giunta, in primis Fragomeni e il consigliere delegato ai giovani Luca Morosin, la movida in villa resta un fiore all’occhiello. «A chi dice che abbiamo portato solo gli spritz in villa», chiosa il sindaco, «rispondo che questo è solo uno dei risultati di cinque anni di nostra amministrazione di cui andiamo orgogliosi. Aver coinvolto i giovani, vedere che vivono le realtà del nostro territorio, vedere un parco di una villa, il nostro gioiello, così pieno di giovani che si divertono è per me e la mia squadra una grande soddisfazione». Nelle scorse settimane l’utilizzo di Villa Farsetti negli ultimi anni per manifestazioni come “Aperitivo in villa” e la Festa della birra, era stato tema di dibattito che aveva contribuito alla frattura tra la maggioranza di Fragomeni e Lista Salese, fino a quel momento in odore di alleanza in vista del voto. «Villa Farsetti deve diventare centro culturale, non campo da sagre», aveva detto il capogruppo di Lista Salese Paolo Bertoldo. Seccata la replica di Fragomeni: «Bertoldo neanche si accorge che i giovani si sono riavvicinati alla villa dopo che abbiamo trovato il modo per renderla appetibile».
Filippo De Gaspari
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