“Santa Maria del Rosario” in stato di agitazione

Dal primo gennaio 2014 la residenza per anziani Santa Maria del Rosario di vicolo Della Pineta, a Carpenedo, non sarà più gestita dall’opera Santa Maria della Carità ma da Anni Sereni, struttura della società romana a responsabilità limitata Italcliniche. Cgil-Funzione pubblica, Cisl-Fp e Uilfpl denunciano: «La nuova proprietà non intende assumere 24 degli 85 dipendenti attuali e vorrebbe assumere 61 lavoratori in prova, senza garanzie per il futuro e con inaccettabili tagli all’anzianità di servizio e al salario integrativo».
I sindacalisti sono riusciti ad ottenere l’apertura di un tavolo in Provincia ma dopo sei mesi di braccio di ferro con l’azienda le posizioni sono ancora distanti. «Abbiamo chiesto un incontro con l’Asl 12», spiega Italia Scattolin di Cgil, «che si terrà domani e se sarà necessario chiederemo di essere ascoltati anche in Regione. I tagli del personale e dei diritti che Italcliniche intenderebbe applicare non hanno nessuna ragione di esistere, visto che non ci troviamo di fronte ad una crisi aziendale ma stiamo solo affrontando un cambio di gestione di un servizio delicato come quello dei lavoratori della residenza per anziani Santa Maria del Rosario».
Secondo i rappresentanti sindacali la proposta di tagli fatta dall’azienda sarebbe arrivata dopo il tentativo di imporre l’applicazione di un contratto nazionale teso a ridurre di oltre il 20% il salario degli operatori che mediamente si aggira sui 1.200 euro. «Tutto questo», affermano i sindacalisti, «umilia la serietà e la professionalità di chi in questi anni ha favorito la qualità di servizio in questa struttura. Una proposta dai toni perentori: in caso di non accoglimento, infatti, Italcliniche dall’1 gennaio 2014 procederebbe nel servizio con nuovi lavoratori, causando la perdita degli attuali livelli occupazionali. Un atteggiamento preoccupante e incomprensibile, che colpisce ulteriormente un settore delicato e importante per il bene di tutti i cittadini e del nostro territorio qual è l’assistenza agli anziani, già fortemente ridotto e minato nella qualità dalle politiche di tagli al sociale. Per queste ragioni, preoccupati del futuro occupazionale e della conseguente difesa dei diritti dei lavoratori, abbiamo proclamato lo stato di agitazione, chiedendo un cambio di atteggiamento alla società per la soluzione positiva della vertenza».
Michele Bugliari
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia