Santa Margherita è allo stremo"Il Campo è un inferno ogni notte"
VENEZIA. Non c'erano dubbi che raccogliendo opinioni e idee a Santa Margherita il tema ricorrente fosse quello della trasformazione del campo nel principale punto di aggregazione giovanile nel centro storico. Ogni sera, infatti, sono migliaia gli studenti che si incontrano nei bar e nei ristoranti, dentro e fuori, e da tempo è nato un Comitato dei residenti che non riescono più a dormire.
Per molti dei cittadini che hanno voluto dire la loro davanti al gazebo de
La Nuova
il campo è diventato un inferno e neppure l'ultima ordinanza del sindaco Giorgio Orsoni, prima cancellata dalla sentenza della Corte costituzionale assieme a quelle di tutti gli altri sindaci d'Italia e poi votata e inserita dal Consiglio comunale come articolo nel nuovo Regolamento di Polizia urbana, è servita a limitare i disagi.
"Alla sera diventa davvero un inferno _ spiega
Enrico Penzo
_ certo non andava bene come era una volta, che era un deserto, ma ci dovrebbe essere un limite sia per quanto riguarda l'orario sia per quanto riguarda i plateatici da dare in concessione ai locali, che si stanno prendendo mezzo campo".
E il signor
Giovanni
, che preferisce non riferire il suo cognome e che abita da 40 anni in campo assieme alla moglie, racconta che anche durante la notte vengono superati abbondantemente i decibel che una persona come lui può sopportare e insiste sulla necessità di aumentare i controlli.
Anche per
Luciano Rasa
, esercente e titolare di uno dei bar più frequentati, "I Due Dragoni", l'ordinanza del sindaco non ha cambiato granché, però "il rumore tra l'una e le tre della notte, insomma quello più fastidioso e che nulla ha a che fare con gli esercizi che a quell'ora sono ormai chiusi da un pezzo, è diminuito". "Comunque _ conclude _ in quelle due ore ci vorrebbe un presidio fisso delle forze dell'ordine".
Per
Gabriele
, signore di mezza età che abita a due passi dal campo, anche due sere fa c'è stata baldoria fino a notte inoltrata. "Abbiamo notato che hanno messo anche telecamere _ racconta _ ma vorrei sapere se davvero funzionano e in caso affermativo se c'è qualcuno che guarda le riprese": le lamentele coinvolgono anche coloro che proprio in campo non abitano e che si vedono trasformate le calli dove risiedono in gabinetti all'aperto.
Andrea Franco
, noto avvocato con studio a pochi passi, ha un approccio al problema più distaccato e quasi professionale: "La popolazione che frequenta il campo è variegata ed è vero che spesso non rispetta i limiti del vivere civile _ dice _ gli esercenti hanno fatto del loro meglio, ma ci vorrebbe maggiore disponibilità anche da parte degli abitanti, considerando che si tratta di uno dei pochi luoghi di aggregazione dei giovani".
Valerio Bonicelli
, ex consigliere di Municipalità e organizzatore di concerti, non abita nel campo ma lo frequenta sia per lavoro sia per diletto e mette in risalto che ci sono ragioni da entrambe le parti e che si tratta di due diritti contrastanti. "C'è stato _ sottolinea _ un errore all'origine: l'amministrazione comunale ha concesso numerose licenze per bar, ristoranti e pizzerie da un lato e dall'altro ha dato il via libera all'apertura di numerosi plateatici. Queste decisioni hanno prodotto le conseguenze che ora vanno affrontate".
Diverso il pensiero di Martina Cavalier, titolare del ristorante-pizzeria «Fuori Rotta»: "La situazione è drammatica _ afferma, al contrario di quello che fino ad ora hanno detto in tanti _ perché abbiamo chiesto le autorizzazioni per ottenere altro plateatico ma il Comune non decide da mesi, mentre c'è chi non ha alcun permesso e alla sera mette fuori i tavoli egualmente".
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