Sant’Elena resta senza medico di base: «Noi anziani siamo lasciati soli»
Monta la protesta dei residenti dopo la pensione del dottor Volo. Il sostituto, Cristian Stocco, riceve i pazienti nello studio di via Garibaldi

Mentre il sole del mezzogiorno scalda Sant’Elena di Venezia, nella panetteria - diventata da un anno anche negozio di alimentari dopo la chiusura del negozio vicino - di Vincenzo De Laurentis, non si fa che parlare della stessa cosa: il medico di base che non c’è più, l’ennesimo servizio venuto meno in un quartiere pieno di anziani, che resistono a discapito delle serrande abbassate, dalla salumeria alla posta.
A complicare la vita ai santelenini è stata la pensione del dottor Maurizio Volo: l’Usl l’ha sostituito con il dottor Cristian Stocco, che riceve i pazienti nel suo ambulatorio di via Garibaldi, utilizzato anche da Volo che, però, ne aveva in affitto uno anche nel cuore di Sant’Elena.
La protesta
«Siamo tanti anziani, c’è bisogno di avere il medico di base, perché via Garibaldi per noi è scomoda e inaccessibile, ci sono i ponti e come facciamo a farli con i nostri carrellini?» chiede Liria Zennaro, 90enne fiera di prendere una sola pastiglia al giorno, «io sono in salute, ma nel momento in cui non si sta bene cosa si fa? Abbiamo bisogno di un medico, non possiamo essere abbandonati a noi stessi».
A dirsi d’accordo con lei, è una 79enne che racconta di aver già conosciuto il nuovo dottore e di essere rimasta «molto soddisfatta» ma con i suoi problemi di deambulazione non sa come potrà fare quando avrà bisogno di lui. Quei ponti nel mezzo, la strada da fare che per forza di cose va fatta a piedi, diventa per gli anziani del quartiere un problema insormontabile, una barriera difficile da superare.
«Mia mamma ha 96 anni ed è invalida al 100%» aggiunge Pierangela, «non si vuole spostare, perché ha sempre vissuto qui, e noi facciamo i salti mortali per cercare di accudirla. Il medico si è reso disponibile a venirla a visitare a casa, ma serve un ambulatorio» ribadisce.
De Laurentis è a contatto con i residenti tutti i giorni, ed è a tutti gli effetti diventato un punto di riferimento per la cittadinanza come solo i piccoli negozi di vicinato in zone sempre più prive di servizi possono diventarlo.
«Gli anziani ci sono, non sono pochi, e sono i primi ad essere colpiti dalla mancanza di servizi a Sant’Elena» dice, ricordando la recente chiusura della posta, che era stata al centro di proteste, raccolte firme e presidi proprio dei santelenini, che si chiedevano in che modo la residenzialità possa venire incentivata se, come in balia a un effetto domino, i negozi chiudano uno dopo l’altro e i servizi siano sempre meno, a differenza dei b&b e degli appartamenti turistici, in crescita.
Così, mentre l’overtourism avanza e la residenzialità viene messa in crisi, la comunità di Sant’Elena diventa l’esempio di una resistenza continua, che decide di non rassegnarsi. —
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia