Sanità nella bufera scambi di accuse Cereser-Forcolin
Sanità della Bufera, il sindaco Andrea Cereser attacca duramente il vice governatore Gianluca Forcolin sulla gestione del futuro degli ospedali nel Veneto Orientale dopo che la Regione ha salvato la nostra Asl. Il primo cittadino di San Donà punta il dito contro Forcolin, reo di non aver fatto nulla, e lui risponde punto per punto, accusandolo di non aver mai deciso. «Quando il vicepresidente regionale Forcolin si fa merito di aver salvato l’Asl Veneto Orientale», inizia Cereser, «dimentica di avere sempre dichiarato che le Asl avrebbero dovuto essere 7, quante le province. Nelle intenzioni di Forcolin, ribadite in via ufficiale, non sarebbe stata riconosciuta la specificità del nostro territorio che avrebbe dovuto essere aggregato all’Asl veneziana. Tanto che quando abbiamo votato in Consiglio comunale l’ordine del giorno per il mantenimento di un’azienda sanitaria per il Veneto orientale, la Lega è uscita dall’aula».
«Soprattutto Forcolin non risponde a nessuna delle due domande che gli ho posto pubblicamente. La nostra Asl è sottofinanziata per 23 milioni rispetto alla media delle Asl venete. Cosa sta facendo per ripristinare una situazione di equità con gli altri cittadini del Veneto?», chiede, «e ancora, alla nostra Asl mancano 350 quote di residenzialità per anziani non autosufficienti, cioè per persone che hanno necessità di entrare in una casa di riposo ma non lo possono fare per la mancanza del contributo regionale».
Forcolin non teme il confronto. «Cereser passerà alla storia», dice, «come il sindaco che ha perso l’opportunità di avere l’ospedale unico e di eccellenza. Nessuna lezione da lui e Francesca Zottis che in Consiglio regionale ha votato contro il mantenimento della nostra Asl. In politica si può dire tutto e il contrario, ma se fosse stato per lei avremmo perso l’Asl 10 diventando Asl provinciale. Sulle quote capitarie, è chiaro che dovrà essere fatto un nuovo ragionamento per ricalibrare tutto, mentre sui posti per anziani ricordo che Cereser ha ancora 120 posti letto dal piano di zona ereditato quattro anni fa e non ha fatto nulla».
Giovanni Cagnassi
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