Sandolista morto, c’è un indagato
VENEZIA. C’è un indagato per la morte di Stefano Barbato, il sandolista di 50 anni che è spirato mercoledì della scorsa settimana, a poco meno di un mese da un incidente in barchino che lo aveva visto coinvolto. Il pubblico ministero Stefano Buccini ha iscritto sul registro degli indagati l’amico che era con Barbato quella sera di metà maggio. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo in relazione al fatto, tutto da verificare, che l’amico fosse alla guida dell’imbarcazione che si era scontrata contro un ostacolo. La coppia di amici era di ritorno da una cena. Nello schianto, Barbato aveva riportato una craniata che aveva provocato una emorragia per la quale era stato operato. L’iscrizione sul registro degli indagati dell’amico, va detto, rappresenta un atto a tutela dello stesso indagato, tenuto conto che ieri il medico legale Antonello Cirnelli ha effettuato l’autopsia sulla salma del sandolista, come disposto dal pubblico ministero. L’indagato ha così potuto nominare un proprio consulente.
I primi riscontri autoptici fanno risalire il decesso del 50enne a una tromboembolia polmonare che sarebbe stata causata dall’immobilità. Barbato, infatti, era ricoverato al Fatebenefratelli e le sue condizioni negli ultimi giorni sembravano essere in via di miglioramento, dopo che in un primo momento era stato portato all’ospedale Civile in gravi condizioni. Proprio per questo parenti e amici erano fiduciosi di una pronta e rapida ripresa di Stefano. Poi però la situazione, all’apparenza senza alcuna spiegazione, era precipitata e aveva portato l’uomo alla morte.
Sono state acquisite le cartelle cliniche. Nel prosieguo delle indagini dovrà essere chiarito se vi sia un nesso causale tra l’incidente e il decesso. In caso contrario, la contestazione a carico dell’amico potrebbe mutare in quella meno grave di lesioni.
Nelle prossime ore il pubblico ministero firmerà il nulla osta per la sepoltura. Serviranno settimane, invece, perché arrivino i risultati dei prelievi istologici effettuati dal medico legale nel corso dell’autopsia.
Stefano Barbato lascia un figlio a cui era molto legato e che spesso portava in barca. Gli amici lo ricordano pieno di vita e sempre pronto alla battuta e allo scherzo. A questo si aggiungeva anche la disponibilità verso gli altri. Ma soprattutto ricordano quanto gli piacesse cantare. Non solo quando era con gli amici, ma anche quando con il suo sandolo portava in giro i turisti alla scoperta delle bellezze di Venezia.
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