San Simeon Piccolo chiesa recintata per evitare i bivacchi
VENEZIA. Una recinzione da “lavori in corso” per evitare che il pronao monumentale della chiesa sia trasformato ogni notte in un bivacco e, sempre più spesso, in un letamaio. È quanto sta accadendo alla chiesa di San Simeon piccolo, proprio dirimpetto alla stazione, che - riaperto dopo un restauro che l’aveva “ingabbiato” per anni - nei mesi estivi si è andato trasformando nottetempo in una terra di nessuno, in una delle zone più visibili e frequentate della città. Prima i bivacchi di quattro, cinque persone sui cartoni per dormire. Poi i vetri delle bottiglie infranti a terra. Le liti accese in piena notte alterate dall’alcol. Alla fine, persino un falò per cucinare. Il tutto tra le colonne d’ingresso, sopra la scalinata della chiesa di San Simeon piccolo. Uno stato di degrado intollerabile, soprattutto dal punto di vista igienico, dal momento che una suora si è dovuta sobbarcare per mesi la pulizia mattutina dello spazio monumentale, tra rifiuti di ogni tipo, urina ed escrementi compresi. Con i responsabili della chiesa e i vicini sinora lasciati soli nel tentativo di arginare la situazione, che ha però subito un’escalation preoccupante, tanto che ora il rettorato - che fa riferimento diretto alla Curia patriarcale - ha presentato ai carabinieri una formale denuncia per vandalismo.
«Per settimane i responsabili della chiesa avevano evitato di intervenire con forza, anche perché si temeva di avere a che fare con persone in effettiva difficoltà, in cerca di un tetto per la notte», spiega un portavoce del rettorato, «poi però la situazione è andata degenerando: bivacchi, urina, escrementi, bottiglie rotte, deposito di cartoni e sacchi di vestiti durante il giorno, liti notturne accese, con grande disagio per i vicini». Dopo le 3, 4 di notte - in corrispondenza con la chiusura della stazione di Santa Lucia - il clou degli eccessi, con bivacchi che si scioglievano solo verso le 10 di mattina. In assenza di interventi mirati a fronte delle prime segnalazioni, il rettorato alla fine ha deciso di intervenire e, d’intesa con la sovrintendenza, ha rispolverato le transenne utilizzate durante il restauro, per chiudere di notte l’accesso. Ma è servito solo a scatenare la rabbia. Le transenne poggiate semplicemente a terra il sabato, domenica notte - tra gran frastuono - sono state spinte contro la parete di fondo, strisciando i marmi del pavimento. Di peggio è accaduto la notte del 29 agosto, dopo che il rettorato aveva rimesso le transenne, questa volta fissandole tra loro con del fil di ferro. La reazione è stata violenta: le 7 inferiate sono sate letteralmente spezzate in due, in piena notte, si può immaginare con che rumori e, per dispetto, è stata sparsa tutt’attorno l’immondizia di alcuni bidoni dei rifiuti, davanti a quella che pensavano essere la sacrestia e invece era l’abitazione di un privato, che - affacciatosi alla finestra - è stato insultato e minacciato in veneto. Ora la preoccupazione è che questo problema sociale venga risolto, trovando l’intesa con la sovrintendenza.
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