San Michele, il falco annegato dai gabbiani

VENEZIA. Il falco finto funziona. Quello vero è stato assassinato dalle magoghe. Annegato a San Michele, dove era stato introdotto proprio per allontanare i gabbiani reali, sempre più numerosi e aggressivi. Lo segnalano i naturalisti del Museo di Storia Naturale. Che da mesi tengono sotto controllo la popolazione dei gabbiani e i loro spostamenti in città. «Sono diminuiti, perché il cibo adesso scarseggia», dicono, «ma proprio per questo sono diventati più aggressivi».
Un’emergenza segnalata anche nei giorni scorsi dall’Associazione piazza San Marco. Che per ovviare al problema degli assalti ai clienti seduti sui tavolini dei bar ha sperimentato un finto falco di stoffa, modello aquilone. Svolazza nel cielo accanto alla colonna di San Teodoro («El Todaro») e dovrebbe spaventare gli uccelli allontanandoli. «Funziona», dice soddisfatto l’ideatore, il presidente dell’associazione Claudio Vernier, «ma adesso spettiamo che il Comune prenda una decisione».
«Problema non facile», obiettano da Ca’ Farsetti. Le magoghe sono animali intelligenti. E sono in qualche modo tutelati, non possono essere uccisi. Già negli ultimi giorni hanno fiutato l’inganno dell’aquilone. E ricominciano ad avvicinarsi ai tavolini. Che fare? L’esperimento di introdurre un rapace per mandarli via è adesso fallito.
L’esemplare di falco che da qualche settimana viveva nell’isola di San Michele è stato trovato morto. Annegato da un gruppo di magoghe, che lo hanno assalito e poi gettato in acqua. La forza del branco. Le magoghe sono gli esemplari giganti del gabbiano reale. Apertura alare che arriva a più di un metro, becco giallo e rosso adunco, artigli. Un vero rapace vestito di bianco. Che si scatena alla ricerca del cibo.
«I gabbiani reali», raccontano gli esperti, «non hanno adesso nemmeno più timore della presenza dell’uomo. Ne abbiamo avvistati alcuni che stavano rompendo un sacco dell’immondizia nei cestini pubblici. Non si è spaventato nemmeno all’arrivo di un gruppo di persone che gli sono passate a pochi centimetri».
A San Michele l’emergenza continua. Un deterrente sono i richiami del falco diffusi via altoparlante. Ma anche in questo caso le magoghe hanno capito l’antifona. E ricominciano con i loro assalti. In piazza San Marco lo stesso. «Adesso con l’arrivo della bella stagione», denuncia Vernier, «la situazione rischia di farsi nuovamente drammatica». —
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