San Giacomo in Paludo venduta a un privato dalla Cassa Depositi

In dirittura d’arrivo anche la cessione di Palazzo Manfrin. Anche qui il riutilizzo dell’edificio non sarebbe ricettivo 

VENEZIA. La Cassa Depositi e prestiti fa cassa in laguna. La società controllata dal Ministero dell’Economia ha infatti appena concluso la vendita dell’isola di San Giacomo in Paludo - nella laguna nord, non lontana da Murano - e sarebbe vicina a concludere anche quella di Palazzo Manfrin, settecentesco palazzo acquistato qualche anno fa dalla Regione per dieci milioni di euro.

In entrambi i casi però i nuovi proprietari non prevederebbero un uso ricettivo o alberghiero degli spazi, ma di tipo culturale. Si mantiene ancora il riserbo sul nuovo proprietario dell’isola, che sarebbe un personaggio di una certa notorietà che ha preso possesso dell’isola, vincolata dal Ministero dei Beni Culturali, di circa dodicimila metri quadrati di superficie, utilizzata in passato come fortino prima sotto la dominazione austriaca (dal 1860) e poi dall’esercito del Regno d’Italia.

Sull’isola sono presenti quattro costruzioni ottocentesche in stato di abbandono e tre fabbricati restaurati negli anni Novanta. Il Consiglio di Stato tre anni fa aveva capovolto la sentenza del Tar, che aveva riconsegnata l'isola - di proprietà del Demanio e ora acquistata dalla Cassa Depositi e Prestiti proprio per trasformarla a fini turistico-ricettivi - all'Associazione Verdi Ambiente e Società (Vas), che l'aveva in concessione dal 1999.

Per i giudici del Tar si trattava di beni del Demanio marittimo, destinati a fini sociali e dunque l'isola andava riconsegnata ai concessionari sino al 2020. Il Consiglio di Stato l'aveva restituita nella piena disponibilità della Cassa Depositi e Prestiti perché i Vas - a suo giudizio - non avrebbero rispettato il contratto di concessione. Ora appunto la vendita, ma, sembra, senza finalità ricettive, ma con la possibilità di uso collettivo per alcuni spazi.

Sarebbero in dirittura d’arrivo le trattative anche per la vendita di Palazzo Manfrin sempre acquistato da Cassa Depositi e Prestiti dalla Regione che, da una stima iniziale di 16 milioni di euro era poi scesa a 10 milioni. La Regione pensava a sua volta di farne un centro per esposizioni, ma servivano almeno 10 milioni di euro per restaurarlo e così il palazzo, con i suoi quasi 5 mila metri quadri di superficie, è rimasto vuoto per anni fino alla vendita a Cassa Depositi. Che ora appunto lo cederebbe a un privato che riprenderebbe in mano l’idea di farne un polo culturale. —


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia