San Giacomo in Paludo, arriva Re Rebaudengo Dodici ettari tra serre e giardini da sistemare

L’isola a metà strada tra Murano e Burano è stata venduta alla Venice Gardens Foundation dal Demanio e dalla Cassa Depositi e Prestiti  
Alberto Vitucci

la storia



San Giacomo come i Giardinetti reali. Luogo accessibile con una parte dedicata alle serre, alle attività culturali, alla vendita delle piante e all’accoglienza. Sono cominciati in questi giorni i lavori di restauro e di realizzazione delle opere di urbanizzazione nell’isola di San Giacomo in Paludo, in laguna centrale, a metà strada fra Murano e Burano.

Acquistata un anno fa in pieno lockdown all’asta dalla Fondazione di Adele Re Rebaudengo, la Venice Gardens Foundation e dal fratello Agostino. Vendita perfezionata dalla Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che l’ha presa in carico insieme a molte altre proprietà demaniali in laguna per metterla sul mercato e “valorizzarla”. Un’altra isola privatizzata, dunque. Un anno di silenzio, e intanto autorizzazioni che sono state ottenute. Adesso i lavori sono ben visibili. E il progetto è ancora in parte coperto dal riserbo.

Di certo si sa che la preziosa isola è diventata di proprietà privata, dopo decenni di abbandono e altri anni in concessione all’associazione Vas (Verdi, Ambiente e Società) fondata da Guido Pollice. Una quindicina di anni fa l’inaugurazione dei restauri della cavana e degli edifici e la presentazione del grande progetto con la Green Cross international di Gorbaciov e la testimonial di eccezione, la scienziata Rita Levi Montalcini. Che però si era bloccata per mancanza di finanziamenti. Così l’isola è tornata al Demanio. L’associazione Vas ha vinto un ricorso al Tar, ma ha perso l’appello in Consiglio di Stato. E i giudici hanno almeno stabilito che non potrà diventare l’ennesimo albergo o una struttura ricettiva. Dodici ettari e mezzo, di cui circa 11 ricoperti da edifici e postazioni ex militari, San Giacomo in Paludo è in posizione baricentrica tra le isole di Murano, Burano e Sant’Erasmo. Adesso la Fondazione di Adele Re Rebaudengo punta ad espandere il suo progetto di recupero già visto ai Giardinetti Reali. Uno spazio ottenuto in concessione per vent’anni, restaurato e tornato a essere un giardino dopo anni di incuria, insieme al restauri della palazzina del Santi e del ponte levatoio, alla realizzazione di un nuovo edificio per ospitare la grande Caffetteria. Operazione avviata nel 2014, quando il Comune era commissariato dopo lo scandalo del Mose e guidato da Vittorio Zappalorto, attuale prefetto. I nuovi Giardinetti sono stati inaugurati dal sindaco Luigi Brugnaro il 17 dicembre del 2019.

E adesso tocca a San Giacomo. Un’isola “privatizzata” che però dovrà mantenere la sua apertura al pubblico.

Un’isola che ha una storia importante, lunga mille anni. Convento già dal 1050, poi sede delle monache Circestensi, e dal Cinquecento lazzaretto e luogo di ricovero dei monaci. La storia recente dell’isola è una storia militare. Utilizzata come deposito e postazione difensiva. Meta di visite e raid vandalici negli anni Settanta, incolta e abbandonata. Poi recuperata dai Vas e Green Cross. Infine venduta ai privati della Fondazione Giardini. Celebri le battaglie delle associazioni per preservare la storica cavana, crollata e poi ricostruita, e le mura esterne dell’isola minacciate dal moto ondoso e dal traffico acqueo. Sede di scavi e ricerche negli ultimi anni, adesso sarà recuperata ad altri uso. Tre edifici sono stati restaurati negli anni Novanta, altri quattro sono diroccati dovranno esser restaurati. Non sarà possibile nuova edificazione, trattandosi di bene vincolato in mezzo alla laguna. Intanto da giorni sono cominciate le operazioni di pulizia dei rovi e di realizzazione delle opere di urbanizzazione. Acqua, gas, energìa elettrica, fognature. Per renderla di nuovo abitabile, parte di un grande progetto di produzioni compatibili e di turismo di qualità. —

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