San Donà stoppa i privati nell’acquedotto

Bocciata la modifica dello statuto chiesta da Asi. Legambiente: «L’acqua deve restare pubblica»
''L'acqua e' un bene comune, difendila!''. E' il cartello, scritto anche in inglese, tedesco, francese e spagnolo che 150 scout hanno esposto in un originale flas mob organizzato questa sera 01 giugno 2011 nel centro di Genova per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi riguardanti il referendum sull'acqua. Gli scout hanno circondato la fontana della piazza, con addosso la tradizionale divisa, e hanno mostrato il cartello disponendosi attorno alla fontana di piazza de Ferrari, uno dei simboli di Genova. ANSA/LUCA ZENNARO
''L'acqua e' un bene comune, difendila!''. E' il cartello, scritto anche in inglese, tedesco, francese e spagnolo che 150 scout hanno esposto in un originale flas mob organizzato questa sera 01 giugno 2011 nel centro di Genova per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi riguardanti il referendum sull'acqua. Gli scout hanno circondato la fontana della piazza, con addosso la tradizionale divisa, e hanno mostrato il cartello disponendosi attorno alla fontana di piazza de Ferrari, uno dei simboli di Genova. ANSA/LUCA ZENNARO

Semaforo rosso al possibile ingresso dei privati nella gestione dell’Asi, l’azienda che si occupa del servizio idrico sul territorio. San Donà ha deciso di affiancarsi a Eraclea nella battaglia a difesa dell’acqua pubblica, principio sancito dal voto di milioni di italiani con il referendum del 2011.

Giovedì sera il Consiglio comunale di San Donà era chiamato a pronunciarsi sulla richiesta dei vertici di Asi di poter apportare alcune modifiche allo statuto societario. Tra queste, anche il contestato punto che introduceva la possibilità di indire un bando di gara cosiddetto «a doppio oggetto», che avrebbe potuto schiudere le porte della società a un ingresso dei privati nella gestione. Su undici Comuni che aderiscono ad Asi, finora nove Consigli comunali si erano già espressi a favore. Inizialmente, infatti, la portata della modifica era passata in sordina. I primi a sollevare il velo sulle possibili implicazioni erano stati alcuni consiglieri d’opposizione di Caorle. Poi è stato il Comune di Eraclea a decidere di bloccare il punto contestato, limitandosi ad approvare le altre modifiche.

Ma decisiva era la posizione che avrebbe assunto San Donà, ultimo Comune a doversi ancora pronunciare. L’altra sera, su proposta del sindaco Andrea Cereser e dell’assessore Valter Menazza, il Consiglio comunale di San Donà ha assunto una posizione analoga a quella di Eraclea. Così facendo, la norma pro privati è stata definitivamente affossata, perché il no di San Donà ed Eraclea impedirà di raggiungere il quorum richiesto per l’approvazione della modifica nell’assemblea dei soci di Asi che si riunirà a breve.

«Esprimiamo grande apprezzamento per quello che hanno fatto San Donà ed Eraclea, decidendo correttamente di rispettare la volontà manifestata dai cittadini con il referendum», commenta Maurizio Billotto, di Legambiente. Ma il «Movimento per l’acqua bene comune» non ha alcuna intenzione di abbassare la guardia. Giovedì sera le associazioni del movimento, Legambiente in testa, si sono riunite in un’assemblea pubblica a Ceggia. I militanti hanno deciso di organizzare una serie di banchetti nelle piazze dei Comuni dove si è votato a favore della norma contestata. Anche se la modifica è ormai stoppata, chiedono che per ribadire il principio i Consigli comunali annullino le delibere già votate e si adeguino a quanto approvato da San Donà ed Eraclea.

Giovanni Monforte

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