San Donà. Stop alle pubblicità che offendono la dignità femminile

Il Consiglio comunale ha approvato all'unanimità una moratoria cittadina:  vietata l’affissione negli impianti comunali a tutte le forme di pubblicità che contengano messaggi ritenuti offensivi verso il genere femminile

SAN DONA’

Stop alle pubblicità che offendono la «dignità della donna» e contengono messaggi considerati non rispettosi del suo corpo. Il Consiglio comunale di San Donà ha approvato all’unanimità una moratoria cittadina contro quei messaggi pubblicitari, che sempre più rappresentano le donne come un mero oggetto. Basti pensare alle tante reclame con messaggi al limite della pornografia oppure che rappresentano modelli violenti nelle relazioni tra uomo e donna.

La mozione prevede che sia vietata l’affissione negli impianti comunali a tutte le forme di pubblicità che contengano messaggi ritenuti offensivi verso il genere femminile. Nello stesso tempo, il documento invita gli uffici del servizio Affissioni e Pubblicità «a sollecitare i titolari di impianti privati ad aderire alla moratoria, rifiutando pubblicità lesive della dignità della donna».

L’ iniziativa, che ha raccolto il plauso del sindaco Francesca Zaccariotto, è frutto di una collaborazione bipartisan tra tutte le donne che siedono in Consiglio: Giovannina Vallese del Pd, Laura Andreuzza della Lega Nord, Lucia Calgaro del Pdl e Roberta Fumei della Lista Zaccariotto. Le consigliere hanno raccolto così l’appello lanciato dall’Udi, l’Unione Donne in Italia.

La mozione è stata preceduta dall’ approvazione di un altro ordine del giorno che sancisce l’adesione di San Donà alla «Giornata internazionale contro la violenza sulle donne», impegnando il Comune a promuovere iniziative di sensibilizzazione e a sostenere l’attività dei centri antiviolenza del territorio. «Gli stereotipi proposti dalla pubblicità producono un processo di oggettificazione e le donne continuano a essere quelle che ne soffrono maggiormente le conseguenze - è stato spiegato - E’ un dato di fatto che ridurre un essere umano a oggetto espone l’individuo alla violenza e all’offesa. Riteniamo che su questo tema occorra un gesto di responsabilità collettiva. Per questo abbiamo ritenuto opportuno che l’Amministrazione approvasse un’ apposita delibera contro tutte le forme di pubblicità offensive verso il genere femminile».

Giovanni Monforte

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia