San Donà, shopping nell’orario di lavoro adesso è licenziato dall’Arpav
Licenziamento senza preavviso a decorrere dal 15 febbraio scorso per il dipendente Arpav di San Donà finito a processo per le sue assenza dal posto di lavoro. Lui si era anche offerto di pagare le ore trascorse a fare shopping, quando invece doveva essere in ufficio. È stata appena celebrata, infatti, l’udienza davanti alla giudice per le udienze preliminari, Roberta Marchiori, per il rinvio a giudizio richiesto dal pubblico ministero Stefano Ancilotto nei confronti di Daniele Lugoboni di San Donà che la guardia di finanza aveva fotografato fuori dall’ufficio con le borse della spesa.
Secondo il regolamento dell’Arpav è stato dunque deciso il suo licenziamento senza preavviso. Nella delibera firmata dal direttore generale dell’Arpav è stata riassunta tutta la vicenda, quindi, sentiti tutti i responsabili dell’ufficio e sulla base del regolamento, è stato deciso il licenziamento, con applicazione della sanzione del licenziamento senza preavviso con decorrenza dal 15 febbraio.
Intanto l’uomo che si è offerto di risarcire il danno da disservizio, non una grande cifra: circa duemila euro. L’udienza è stata dunque aggiornata all’11 aprile, e se avrà risarcito, potrà allora accedere al patteggiamento. È accusato di reati pesanti, quali peculato e truffa aggravata. Le fiamme gialle lo hanno fotografato con la sua bici e anche in auto, a fare la spesa in orario di lavoro. Infine lo hanno denunciato per truffa e peculato.
I militari del nucleo mobile della compagnia della finanza di San Donà lo avevano seguito e osservato appostandosi per mesi. La Procura di Venezia ha concluso le indagini che hanno rivelato come il sessantenne, addetto a verifiche e accertamenti tecnici nel settore ambientale, fosse stato scoperto fuori dal posto di lavoro mentre risultava la propria presenza in servizio per l’intero turno.
Le fiamme gialle, ancora nel 2015, hanno iniziato pedinamenti e videoriprese, accertando 53 episodi di assenteismo. Lo hanno scoperto al supermercato a fare la spesa, o a casa o magari in bici. In 24 casi accertati dai finanzieri, utilizzava i mezzi di servizio di proprietà dell’Arpav, sempre per scopi personali.
Erano così scattate le perquisizioni negli uffici dell’Arpav di Mestre e di San Donà, grazie anche alla collaborazione dell’ente, e nel suo domicilio. E proprio questi aspetti delle indagini hanno portato al drastico licenziamento.
Giovanni Cagnassi
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