A San Donà negozi chiusi in centro. Multe fino a 300 euro per le vetrine sporche
Sanzioni pesanti anti degrado: già una decina di casi in città. Il sindaco Teso: «Commercio al dettaglio affossato dai colossi e dal web

Negozi chiusi in centro a San Donà, saranno inasprite le sanzioni nei casi di sporcizia e degrado. Già una decina i casi sanzionati in città per 300 euro, ma il nuovo regolamento prevede ulteriori aumenti proprio per dissuadere i proprietari dal tenere condotte scorrette. Intanto, continua il dibattito sulle chiusure di negozi centralissimi, dopo i casi di Benetton e vari altri nel perimetro centrale. Il caro affitti è tra le cause più contestate, con canoni fino a 3 o 4 mila euro.
«Certi prezzi sono insostenibili», ha sottolineato il parrucchiere Flavio, «non possiamo essere in balia di catene o di un'imprenditoria che non conosciamo». Ma il sindaco, Alberto Teso, invita ad allargare l'analisi a tutto il territorio prima di stilare bilanci.
«Al 30 settembre 2024 risultava a San Donà un numero di cessazioni pari a 86 e un numero di nuove iscrizioni pari a 62», premette, sono state aperte 13 nuove imprese edili, a fronte di 9 chiusure, mentre per il commercio al dettaglio e all'ingrosso, avevamo 12 nuove aperture e 22 cessazioni, con il commercio al dettaglio che passava da 657 partite Iva totali a 630. Le attività manifatturiere, sono passate da 305 a 298, mentre quelle di noleggio, agenzie viaggio e supporto alle imprese passano da 168 a 177. Le attività sportive ricreative da 53 sono diventate 56 e quelle di servizi in genere da 256 sono diventate 266. I servizi alla persona da 210 sono diventati 220. In totale, le partite Iva a San Donà non diminuiscono granché, passando da 4.556 a 4.522 con un calo complessivo dello 0,7%, molto più marcato nel settore del commercio tradizionale e in netta controtendenza per il comparto servizi, che invece è in aumento, pur senza compensare il numero totale».
«Crescono i servizi», conclude, «mentre calano i negozi tradizionali, vittime dei colossi commerciali o ecommerce. Aumentano bar, parrucchieri, estetiste, agenzie viaggi» Il commercio si intreccia al discorso sull’accessibilità della città e gli immobiliaristi Alessio Zanzanaini e Nicolò Sandrin di “EnneA immobiliare” hanno riacceso il dibattito sulla pedonalizzazione dell'ultimo tratto di corso Trentin: «È una proposta per rendere il centro più attrattivo unitamente ad altre iniziative di rivitalizzazione».
Ma molti dei commercianti sul corso non sono d'accordo. «Pedonalizzare il centro», dice Marco Birgo, esponente di Forza Italia, «è una soluzione di cui non si deve aver paura. Ora serve un tavolo con categorie, commercianti, Comune. Tutti assieme dobbiamo decidere che strada intraprendere».
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