San Donà, la città cambia aumenta il commercio

Sindaco e giunta fanno il punto sullo sviluppo socioeconomico, male l’edilizia Cinquemila giovani vivono all’estero, la disoccupazione è al 7 per cento
SAN DONA’. La fotografia di una città che cambia e guarda al futuro. Ieri mattina l’incontro pubblico con il sindaco e la giunta comunale per fare il punto sul mandato e parlare dello sviluppo socioeconomico di San Donà.


Più commercio, settore in crescita, ma un rallentamento sensibile dell’edilizia e l’agricoltura sono i punti fondamentali di questa analisi che vede mutare anche l’identità del territorio non più strettamente agricolo o collegato al terziario. Al centro culturale, la sala gremita per assistere all’introduzione del sindaco Andrea Cereser, che ha parlato di lavoro e disoccupazione, anziani, immigrazione, toccando vari temi in agenda.


«Oggi ci sono circa 4.500 persone straniere che vivono qui», spiega, «molti hanno chiesto la cittadinanza. La città cresce di circa 100 unità all’anno, contro punte di 400 o 700 persone di dieci anni fa. A fronte di questo, ci sono 4 o 5 mila sandonatesi che vivono all’estero, iscritti all’Aire, molti dei quali giovani e con alto livello culturale che da qui se ne sono andati perché non trovavano lavoro. La sfida sarebbe di riportarli qui offrendo nuove opportunità».


Tanti ragazzi si sono trasferiti in Inghilterra, poi Germania, Spagna, Australia, Canada, Usa. Altri si sono spostati nel Triveneto. Una tendenza che si è consolidata negli ultimi cinque anni perché soprattutto per diplomati e laureati sono mancate vere opportunità di lavoro. «La disoccupazione è circa al 7 per cento», aggiunge Cereser, «quando all’epoca pre crisi 2008 era scesa fino al 3, grazie anche al turismo che offre sempre opportunità nella stagione. Poi ha raggiunto punte massime dell’8 per cento e adesso sta scendendo lentamente con un segnale incoraggiante. Abbiamo anche tanti anziani over 65, circa 9 mila, un quarto della popolazione, un migliaio dei quali non sono autosufficienti o per motivi fisici o per motivi economici. Anche questo è un dato sul quale riflettere. A fronte di tutto questo, l’edilizia ha avuto una battuta d’arresto tanto che gli oneri di urbanizzazione arrivano a circa un milione di euro, quando sono stati anche di 4 milioni in passato. L’edilizia e anche l’agricoltura hanno conosciuto una preoccupante crisi. Oggi è il commercio che sta crescendo nelle sue varie forme, dalle aggregazioni e i grandi centri commerciali ai pubblici esercizi. «Il problema del centro cittadino», conclude, «è un altro aspetto che deve essere tenuto in conto ed è molto importante. La rivitalizzazione deve partire da un ritorno dei cittadini, un ripopolamento importante nel centro laddove ci sono spazi e volumi. Penso a zone come via Marconi, ma anche via Ancillotto o corso Trentin, dove ci sono gli spazi per creare nuove abitazioni e far tornare i cittadini a vivere la loro città».


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