San Donà e Musile vestite di verde, bianco e rosso

Coinvolti 118 negozi che hanno dedicato le loro vetrine al grande evento tra bandiere, coccarde e cimeli storici. Domenica sera la premiazione
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S. DONA' - PIAVE 2018 - IL BALCONE DEL MUNICIPIO CON FIORI TRICOLORE
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - S. DONA' - PIAVE 2018 - IL BALCONE DEL MUNICIPIO CON FIORI TRICOLORE

SAN DONÀ. Due città vestite di verde, bianco e rosso. San Donà e Musile hanno indossato l’abito della festa per accogliere al meglio i bersaglieri che domenica sfileranno lungo le strade dei due centri. Le amministrazioni comunali hanno abbellito le aiuole e agghindato le strade con bandierine. I balconi sono invasi dalle bandiere tricolore e dai vessilli bianchi con il bersagliere simbolo di Piave 2018. Ma un contributo fondamentale nel creare il clima di festa lo stanno dando le attività commerciali: 118 quelle coinvolte nelle iniziative nelle due città. Le vetrine dei negozi, ma anche di bar, ristoranti e uffici sono già state abbellite in onore dei fanti piumati. A San Donà sono 73 le attività che hanno partecipato al concorso delle “Vetrine Cremisi”, proposto dal Comitato organizzatore del raduno e dall’Ascom. I negozianti hanno allestito le vetrine con temi bersagliereschi. Non solo bandiere e coccarde, ma anche cimeli di guerra e militari. Le premiazioni delle vetrine si terranno domenica sera, alle 21, all’interno del Villaggio del Bersagliere.

A Musile il Comune e l’associazione Antigua hanno coinvolto 45 negozi nel progetto dedicato alla mostra storico-documentale sulla Grande Guerra. Le vetrine dei negozi ospiteranno dei reperti militari con una didascalia descrittiva. A San Donà una visita particolare merita il bar Girardi di via Cian. Oltre all’allestire una mostra fotografica sulla Grande Guerra, infatti, è stato esposto il vecchio carrettino dei gelati e dei dolciumi di Augusto Girardi, il capostipite della famiglia che dal 1964 gestisce il bar. Il carrettino è stato restaurato dal nipote Stefano, dopo averlo richiesto al Museo della Bonifica, che lo custodiva in magazzino. «Augusto aveva iniziato l’attività nel 1933 con la produzione di dolciumi e gelato», racconta Stefano Girardi, «con il carrettino andava a vendere i prodotti ed era conosciuto come Battistin, soprannome che arriva dal nonno di mio nonno Augusto, che si chiamava Battista. Con la sua trombetta Augusto richiamava i bambini e non solo all’acquisto dei dolci. Per chi non aveva i soldini accettava in cambio delle uova, che poi utilizzava nella produzione delle sue prelibatezze. Molte volte faceva anche finta di nulla, quando i bambini cercavano di imbrogliarlo sulla quantità mangiata dei dolciumi».

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