San Donà, due auto come missili ucciso un operaio
SAN DONA'.Ha visto appena i fari di un’auto che lo abbagliavano. Poi lo schianto che non ha potuto evitare.
Sulla strada di ritorno verso casa, dopo il turno alla “3B” di Salgareda dove lavorava da più di dieci anni, è morto Giuliano Babbo, 53 anni, residente in via Turati a Brian di Eraclea. Sarebbe stato vittima di una sconsiderata gara di velocità lungo la bretella del centro commerciale Piave, via Mario del Monaco, a San Donà.
La tragedia si è consumata giovedì alle 22.40. A guidare l’auto che ha centrato Babbo c’era un kosovaro senza patente perché mai conseguita, Kajtaz Kukiqui, 21 anni di Cessalto, che è fuggito dopo l’incidente ed è stato ritrovato e arrestato ieri mattina. In manette anche il cugino Edmon Balaj, connazionale di 26 anni, residente a Salgareda, che si trovava alla guida dell’Alfa Romeo 147 che sarebbe stata coinvolta nella folle gara.
A entrambi la pubblico ministero Carlotta Franceschetti contesta i reati di omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso. A Kukiqui, che negli ultimi due anni era già stato sorpreso tre volte senza documento di guida, anche la guida senza patente. Non è escluso che ai due venga contestata pure la violazione dell’articolo 9 del codice della strada in materia di “Competizioni sportive su strada”.
La dinamica. All’altezza del distributore di carburanti, prima della semicurva con doppia linea continua, secondo la ricostruzione fatta dai carabinieri, sono sopraggiunte due auto in corsa spericolata. In fase di sorpasso verso il centro commerciale, un’Audi A3 ha invaso la carreggiata a tutta velocità. La Ford Focus di Babbo è stata catapultata sulla destra dopo aver roteato su se stessa, finendo in mezzo alla zona verde accanto alla strada. L’uomo alla guida dell’Audi è uscito zoppicante e si è dileguato, notato solo da alcuni automobilisti che si sono fermati.
Sono arrivati i vigili del fuoco di San Donà con il 118 che hanno estratto Babbo dalle lamiere in condizioni disperate. L’operaio è morto subito dopo. I carabinieri del Radiomobile di San Donà non hanno trovato sul posto il responsabile del frontale: era già salito a bordo dell’auto che lo precedeva, un’Alfa 147. Al volante, secondo gli investigatori, c’era Balaj. I testimoni hanno parlato di una probabile gara di velocità tra le due auto con sorpassi azzardati.
Le indagini. L’Audi A3 è rimasta in mezzo alla strada, con i documenti all’interno. La macchina, regolarmente assicurata, è intestata a una donna italiana di 74 anni residente nel Padovano, ma era utilizzata da Kajtaz Kukiqui. Forse non era stato fatto il passaggio di proprietà. Le prime ricerche in zona sono state infruttuose, allora i militari di San Donà, con i colleghi di Cessalto, Oderzo e Motta, si sono presentati a casa di Kukiqui. Hanno trovato l’Alfa 147 con a bordo Edmon Balaj e un’altra persona. Perquisita l’auto, hanno trovato un asciugamano intriso di sangue.
Il ragazzo alla guida dell’auto incalzato dai militari ha raccontato che poco prima aveva accompagnato Kukiqui all’ospedale di Trieste perché era rimasto coinvolto in una rissa in zona. La centrale operativa dell’Arma ha contattato Trieste: i carabinieri hanno inviato all’ospedale Cattinara un equipaggio del Radiomobile. Qui hanno trovato Kajtaz appena dimesso con evidenti segni di escoriazioni e contusioni. Il 21enne ha tentato di dire che era caduto dalle scale. I militari non gli hanno creduto e lo hanno portato in caserma a San Donà per accertamenti. Gli inquirenti non escludono che la scelta di Trieste non fosse causale, essendo poco distante dal confine. In mattinata è scattato l’arresto. I due kosovari sono stati sottoposti agli accertamenti tossicologici, i cui risultati arriveranno nelle prossime ore.
La Procura. La pm ha disposto il sequestro delle tre auto e nelle prossime ore darà l’incarico per una consulenza sulla dinamica. I due cugini sono stati trasferiti in mattinata in carcere a Venezia. Lunedì compariranno davanti al gip Gilberto Stigliano Messuti per l’udienza di convalida dell’arresto. Sono difesi dall’avvocato Alessandra Nava di Treviso che ieri ha incontrato i familiari dei ragazzi: «È un fatto grave a prescindere, ma i parenti escludono la gara automobilistica perché i due ragazzi non erano assieme l’altra sera». Nel corso dell’udienza di lunedì, l’avvocato Nava chiederà che gli indagati vengano messi agli arresti domiciliari. Quanto alla salma di Babbo, è stata ricomposta all’obitorio dell’ospedale di San Donà. Non verrà effettuata l’autopsia. Già nelle prossime ore potranno essere fissati i funerali dell’operaio morto da innocente per quello che pare un tragico gioco.
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