San Donà dice addio a De Nardi, storico “oste” delle Guaiane

Fatale un infarto nella notte, aveva 80 anni. Celebri le cene a degustazione come quelle delle sardine, seppie e sampagne
Elodio De Nardi con il costume della Confraternita della "Sciabola d'Oro"
Elodio De Nardi con il costume della Confraternita della "Sciabola d'Oro"

SAN DONÀ. Si è spento a 80 anni Elodio De Nardi, addio allo storico “oste” del ristorante Guaiane di Noventa. È stato colto da infarto nella notte. Originario di Noventa, ma residente da anni a San Donà, in Piazza Rizzo, era cresciuto nel locale aperto dai genitori e inizialmente osteria famosa per la griglia e in particolare i polli arrosto che erano una specialità della casa.

Il giovanissimo Elodio aveva così imparato sempre accanto alla mamma, la signora Lena, a stare con la gente, oltre ad apprendere i segreti della cucina migliore. Con i genitori aveva dunque avviato quello che subito è diventato il rinomato ristorante “Guaiane “di Noventa di Piave, conosciuto in tutta Italia per il suo stile e la cucina tipica che Elodio aveva saputo elevare ai massimi livelli facendo tesoro di quanto appreso.

Ancora oggi vengono ricordate le cene a degustazione create da lui come “la cena delle tre esse” dedicata a sardine, seppie e sampagna, il “Tutto crudo di mare”, con il pesce crudo e la particolare cena per pochi fortunati “Divinum in Vino”.

Ha gestito il locale fino al 2000 assieme alla moglie Clara Giusto e alla sorella Genni, portando il ristorante nell’olimpo della gastronomia italiana. Imprenditori e manager sono diventati i clienti affezionati che nelle dure giornate di lavoro si concedevano una pausa a tavola, sicuri di trovare un locale accogliente ed esclusivo, ma all’occorrenza anche semplice e alla buona nella cucina. Alle Guaiane si mangiava e si facevano affari, si firmavano importanti contratti davanti a un buon bicchiere. Elodio ha poi ceduto ai suoi camerieri storici la gestione, restando in appoggio per alcuni anni.

Tra questi Lucio Marangoni che oggi gestisce il locale con Katia Modolo dando impulso anche alle “Guaianette”, osteria adiacente il ristorante. «Se ne è andato un pezzo di storia», dice Lucio, «un professionista, un amico e una persona davvero di buon cuore. Ci dispiace non essere vicini alla moglie Clara in questo momento particolare in cui le cerimonie funebri non possono essere celebrate». Dopo il progressivo ritiro dal lavoro alle Guaiane si era preso l’impegno e aveva coltivato la passione di vendere champagne nelle cucine e i locali più rinomati, prima con la “Perrier Jouet” e poi come importatore diretto dello Champagne de Castelnau.

È stato anche ambasciatore per l’Italia fino al 2019 nella Confraternita della Sciabola d’Oro, i famosi sciabolatori di champagne. —

Giovanni Cagnassi. © RIPRODUZIONE RISERVATA .

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