San Donà, in corso Trentin chiude pure Benetton: è morìa di vetrine
Affitti troppo alti e la necessità di una zona pedonale larga e parcheggi: in città si apre il dibattito tra i consiglieri
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Vetrine chiuse in centro, anche Benetton abbassa le serrande in corso Trentin dove già hanno chiuso molti negozi. Due tabacchini, il negozio di giochi, il calzolaio, vari negozi di abbigliamento. Sette solo lungo il corso principale, cui si aggiungono quelli nelle gallerie Bortolotto e Vidussi.
A stimolare il dibattito, Gino Cuzzolin (Città delle persone) che dall'opposizione incalza: «Queste sono alcune delle attività di corso Trentin che hanno chiuso da quando sono consigliere. Oggi abbiamo bisogno di ragionare e lavorare sul centro per cercare un modello da esportare nei quartieri e frazioni. C’è uno scenario macro da considerare, stiamo andando contro un trend mondiale che sta ridisegnando il modo di fare acquisti. Però non possiamo non fare nulla, dobbiamo essere comunità».
Invoca un tavolo di confronto aperto a tutti con il supporto di esperti coinvolgendo anche scuole e università.
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Alessio Zanzanaini e Nicolò Sandrin di “enneA immobiliare” hanno analizzato la situazione. «Uno dei fattori principali», spiegano, «è il costo degli affitti commerciali nel centro, che in molti casi risulta non più sostenibile rispetto ai ricavi. Necessario un riequilibrio dei canoni per favorire nuove aperture e garantire la permanenza delle attività. Inoltre, il commercio sta vivendo una trasformazione significativa, con una crescente preferenza per gli acquisti online, che riduce il flusso di clientela nei negozi fisici. Per rendere il centro più attrattivo, si potrebbe valutare la pedonalizzazione fino al ponte della Vittoria, integrata con nuovi parcheggi in via Battisti».
L’assessore al commercio, Lucia Camata, suggerisce una riflessione. «La chiusura dei negozi è una sfida che riguarda tutta Italia, combinazione di fattori economici, sociali, gestionali, dei gusti. Il telefonino ha rallentato il commercio tradizionale perché molti preferiscono fare acquisti da casa. Un tempo si andava in banca e si usciva, ora tutto da casa. L’idea è far capire quanto sia importante sostenere l’economia locale. Un programma di fidelizzazione che premi i clienti abituali con sconti, offerte speciali che in taluni negozi viene già applicato e alcuni negozi sfruttano già il web. Sul peso degli affitti, essendo un mercato libero, i proprietari stabiliscono il canone, tuttavia le difficoltà economiche richiedono una riflessione. L’impegno è sostenere il commercio con iniziative concrete per creare opportunità di crescita, attrarre visitatori».
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Ma Marco Brigo, esponente di FI, non ci sta: «La chiusura di Benetton, la morìa di edicole: ho detto più volte che l’amministrazione ha poco margine, ma serve un tavolo con le categorie, con il mandamento sindacale Confapi, Cna, Confartigianato e Confindustria, includendo i Comuni confinanti per stilare una agenda, parlare con i proprietari di negozi sfitti. Non si può continuare a chiedere affitti spropositati per realtà spesso fatiscenti».
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