San Donà controcorrente. Zona rossa ma tutto aperto tra nuovi locali, negozi e mercato settimanale

SAN DONA'. Ma quale zona rossa? A San Donà non se ne è accorto quasi nessuno del cambiamento. Stessa gente, addirittura nuovi locali inaugurati o altri che si sono aggiunti in questa strana esperienza dell’asporto.
Dall’arancio al rosso, la variazione appare solo cromatica sulle rive del Piave, dove il viavai non si è fermato. Ieri mattina è tornato persino il mercato settimanale in piazza Rizzo, pur con le dovute restrizioni e parecchia gente in meno. A mancare sono i clienti, perché i cittadini iniziano a rinchiudersi in casa, non credendo di trovare molto di aperto in città, spesso con la paura di mettere il naso, seppure intrappolato dalle mascherine variopinte, fuori di casa.
Nonostante l’atmosfera surreale, proprio ieri mattina, al battesimo della zona rossa, ha persino aperto un nuovo caffè nella centralissima via Ancillotto, dove Federica Franzin e Laura Toffoli hanno inaugurato “Gift”: «Come primo giorno e considerando la zona rossa, direi che siamo andate bene. Tanti clienti si sono fatti vedere all'ingresso per caffè, cappuccini, brioche e anche per comprare il pane».
Intanto, la “Regina dell’asporto”, Susy Mamprin, dietro al banco del Ciro’ s bar, alle spalle del municipio, si è abituata al servizio e agilmente corre da una parte dall’altra del locale: prepara i caffè con una mano e gli spritz con l’altra. «La gente arriva, ordina e va via. Siamo inflessibili», dice. «Ormai i bar che fanno asporto si sono moltiplicati».
Al panificio l’ “Artigiano del pane” di via Ancillotto c’è il siciliano Nunzio Guerrera. Oltre al pane, ha rilanciato la pinza veneta e le specialità siciliane dell’arte bianca. La gente si mette in fila per acquistare il pane e aspetta: «Siamo contenti di dare un servizio in un periodo come questo, la soddisfazione non manca per l’impegno e la passione».
In via Ancillotto e via Jesolo, in pochi metri, ci sono tre attività che vendono pane, due che vendono gelati, poi le pizzette al taglio. Da “Telepoint”, Mirco Ferron non perde un giorno per l’assistenza e vendita nei prodotti di telefonica.
Adesso sono praticamente tutti aperti e resistono in zona rossa, quasi fosse una nuova sfida alla paura del futuro. Magari a fine giornata si pagano poco più che le spese, ma tutto finirà, prima o poi, e il messaggio è sicuramente incoraggiante. Soffre chi non ha alcuna possibilità, come i parrucchieri. Tra questi c’è il noto coiffeur Corrado Marian, che sabato scorso aveva la fila di clienti per l’ultimo ritocco prima della chiusura totale. E poi ci sono i tanti antiquari, con i banchi nei mercatini, in crescita nel basso Piave: «Noi siamo a casa», dice Laura Guerrini, che con mamma Bruna ha un banco di bigiotteria e vetri di lusso in piazza Indipendenza. «Vediamo ancora il buio pesto davanti. Non possiamo che aspettare tempi migliori, quando usciremo dall’incubo che ci ha messo in ginocchio». —
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