Consigliere di FdI contro il giornalino scolastico: «Pubblicato un articolo filoarabo»

Scoppia il caso a San Donà. L’esponente della maggioranza (ed ex allievo) Giulio Bonet attacca il giornalino del liceo Montale e il suo docente-direttore. La dirigente difende la libertà di stampa

Giovanni Cagnassi
Il liceo Montale di San Donà
Il liceo Montale di San Donà

​​​Articolo “filoarabo” nel giornale della scuola, il consigliere di FdI, ex alunno del liceo classico Montale, Giulio Bonet insorge: «Non si fa politica a scuola».

Bonet se la prende con il direttore responsabile, il docente di lettere al Montale, Giorgio Peloso Zantaforni, che replica: «È una strumentalizzazione, siamo una scuola libera e aperta». Ma Bonet non transige.

Il consigliere Giulio Bonet
Il consigliere Giulio Bonet

«Sono andato a leggermi il pezzo riguardante il conflitto israelo-palestinese», ricorda, «mi chiedo se degli studenti, pur essendo magari interessati all’argomento, possano avere le informazioni necessarie per affrontare un tema così difficile. A maggior ragione se tale giornalino è divulgato a tutti gli studenti col presupposto di “fare informazione”.

La narrazione degli eventi parte esplicitamente dalla data dell’8 ottobre 2023 e viene solamente detto che il giorno precedente vi era stata “l’incursione di Hamas”. E già qua mi domando come si possa declassare un massacro a incursione, visto che i terroristi non hanno fatto incursione come degli attaccanti in un campo da calcio, ma sterminato centinaia di persone e prese in ostaggio».

La dirigente, Elisabetta Pustetto, difende la libertà di stampa del giornale scolastico e ricorda che il tema era stato affrontato dal punto di vista storico lasciando spazio a tutti di intervenire. Il docente risponde serenamente anche alle accuse di fare politica sui social.

«Siamo una scuola aperta e rispettosa», scandisce, «siamo tranquilli, trasparenti, le copie sono in rete, è approvato dal collegio docenti. Sono polemiche sterili, non c'è alcuna regia politica o partitica. I ragazzi sono liberi di esprimere il loro pensiero. Non faccio politica a scuola, la mia attendibilità si misura in aula, in quello che insegno e imparo dagli studenti, non sui social».

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