San Donà al voto, la sfida tra Cereser e Pilla

Urne aperte per il ballottaggio.  Il sindaco uscente del Pd in testa ma la rivale leghista tenta il sorpasso
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - ELEZIONI AMMINISTRATIVE - STRETTA DI MANO FRA I CANDIDATI SINDACI AL BALLOTTAGGIO
COLUCCI - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' - ELEZIONI AMMINISTRATIVE - STRETTA DI MANO FRA I CANDIDATI SINDACI AL BALLOTTAGGIO

SAN DONÀ. La parola di nuovo agli elettori di San Donà che oggi, recandosi alle urne, decideranno il sindaco della città per i prossimi cinque anni. La scelta è tra il sindaco uscente, Andrea Cereser per il centrosinistra, e la sfidante, Francesca Pilla, per il centrodestra.

Al primo turno Cereser, che è sostenuto da Pd, Città Insieme, la Frazione e la lista Cereser sindaco, ha raggiunto il 43 per cento contro il 36 di Francesca Pilla, candidata indipendente che ha l’appoggio di Lega, Fratelli d’Italia, la Squadra, Uniti per Cambiare e Noi con l’Italia Veneto Autonomo. Il divario non è incolmabile e per questo il risultato finale è più che mai ancora aperto, con l’incognita del partito più grande che è stato ancora quello del non voto. Il 10 giugno, al primo turno, l’affluenza si è fermata al 57 per cento, molto bassa. Oggi, in una domenica in cui è tornato il sole e la voglia di mare è sempre forte da queste parti, il rischio è che possa scendere ulteriormente, penalizzando entrambe le compagini che hanno fatto più volte appello al voto.

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Le ultime settimane sono state frenetiche in questa campagna elettorale lunga ed estenuante. La chiusura di venerdì si è svolta tra piazza Indipendenza e il Caffè letterario per Cereser, e sul corso pedonale per Pilla. A pochi metri di distanza, sostenitori divisi e in attesa della giornata di oggi per sapere chi diventerà primo cittadino di San Donà. Il sindaco Cereser non ha voluto apparentamenti e ha scelto come alleati i cittadini di San Donà, rivolgendosi a chi non ha votato, perché questa volta si rechi alle urne, e a chi ha visto esclusi i propri candidati al primo turno. Il sindaco uscente e il centrosinistra hanno scelto una campagna elettorale dai toni dimessi, definita “gentile” evitando scontri e attacchi diretti o personali, salvo qualche sfogo sui social che hanno seguito un canale parallelo e lontano dalla campagna elettorale faccia a faccia vecchio stampo.

Diversamente, Pilla ha ricevuto una proposta di apparentamento dal gruppo di Oliviero Leo e Forza Italia con le liste civiche Zaccariotto e Madeisky, fermi al 13 per cento, che avrebbe però comportato la perdita di ben quattro consiglieri della compagine di Pilla. Leo rappresentava l’altro centrodestra che non ha trovato un accordo per un candidato unico al primo turno. E non lo ha trovato neppure al secondo. La candidata sindaco ha controproposto un accordo per un’alleanza con un rappresentante nell’eventuale giunta. Così non si è fatto nulla e una parte della civica di Leo, con Anna Maria Babbo, Dino Casagrande e Carlo Patera ha scelto di votare pubblicamente il centrodestra e Pilla, con la possibilità di avere un rappresentante in giunta e l’ingresso di Patera nella maggioranza della Pilla se dovesse vincere. Babbo, Casagrande e Patera hanno scelto autonomamente e all’ultimo momento di sostenere Francesca Pilla, restando pertanto nell’alveo del centrodestra. Il resto del gruppo di Leo invece avrà libertà di voto, con coscienza come qualcuno ha sottolineato.

I Cinque Stelle, con il loro 6 per cento, potrebbero diventare adesso il nuovo ago della bilancia. Il risultato, con candidato Angelo Parrotta, è stato modesto rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo, ma l’elettorato dovrebbe recarsi compatto alle urne decidendo sulla base dei temi cari al movimento affrontati pubblicamente con i due candidati.
 

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