San Camillo, Moraglia apre all’offerta economica di Villa Salus

Venezia, il patriarca in visita all’ospedale del Terraglio: «Strutture radicate nel territorio». E nell’omelia cita la biografia di Agassi
----- Original Message ----- From: lisa.derossi@libero.it To: n.pellicani@nuovavenezia.it Sent: Tuesday, February 22, 2011 4:38 PMSubject: fotoHo problemi con il server, te le devo mandare una alla volta... - L'ospedale San Camillo
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MESTRE. Cita il tennista Agassi nell’omelia - «nei corridoi degli ospedali si capisce cos’è la vita» -, incontra e incoraggia i malati e, nella sua visita all’ospedale Villa Salus, il patriarca Moraglia non si sottrae alle domande sull’attualità e sul futuro della sanità cattolica.

A partire dall’interessamento dello stesso ospedale Villa Salus per il San Camillo del Lido, messo in vendita dai padri camilliani. «Sono soggetto terzo, ma auspico che la sanità cattolica sia in grado di esprimere efficienza e capacità operativa sul territorio, e dove ci fossero i requisiti e la possibilità, che si realizzino sinergie in grado di servire meglio la gente», ha detto Moraglia, «auspicando pure che tali realtà veneziane possano rimanere radicate sul nostro territorio, centri eccellenza, e vengano incontro alle esigenze e si salvaguardino famiglie e posti di lavoro. No alle speculazioni e no agli smembramenti». Un’apertura, se pur con alcuni paletti, all’offerta di acquisto presentata dall’ospedale gestito dalle Suore Mantellate. Ipotesi che porterebbe alla nascita di un unico polo sanitario cattolico in città. Ieri Moraglia ha visitato l’ospedale lungo il Terraglio in occasione della Giornata mondiale del malato.

Una visita nel corso della quale Moraglia ha affrontato anche alcuni temi di attualità. L’operazione San Camillo ma anche il recente caso della moschea mestrina: «Dico no alle strumentalizzazioni. Chi ha posizioni di vertice e responsabilità non deve gettare benzina sul fuoco. La legalità è importante in una società rispettosa verso tutti. Amore per la legalità va bene, ma servono anche saggezza e prudenza». E Papa Francesco, quando arriverà? Moraglia ha confermato l’ipotesi di un rinvio di qualche mese: la visita, come noto, potrebbe slittare al 2019.

«Penso sia possibile tenendo conto di tutte le esigenze di questo anno», si è limitato a dire Moraglia. Qualche minuto prima nel corso della sua omelia Moraglia aveva affrontato il tema della malattia. «L’immortalità non è dell’uomo, ci saranno sempre nuove malattie, casi e cure, ma la medicina è un’arte, il medico è scienziato e artigiano che può cercare di guarire ma deve anche accompagnare i malati nel loro percorso».

Moraglia ha preso spunto dalla biografia “Open” scritta dal campione statunitense di tennis André Agassi, per esprimere un concetto base sulla assistenza medica: «Agassi ha scritto che è nei corridoi degli ospedali che si capisce cos’è la vita. Bene, lo capiamo quando ci imbattiamo nei nostri limiti. No all’accanimento terapeutico, ma con le ultime leggi c’è il concreto rischio di porre od omettere presidi base che diventano vero abbandono o atto di eutanasia nascosto. Società e cultura devono mantenere un volto umano, perché la vita ha senso e valore anche scoprendola attraverso la sofferenza. Da qui la grande risorsa della medicina palliativa, alleanza che non lascia la persona sola. Il paziente non è solo un insieme di organi, ma anche di famiglia e affetti». Dopo la messa Moraglia ha incontrato Mario Bassano, il direttore generale della clinica del Terraglio e regista dell’operazione che potrebbe portare il San Camillo nelle mani di Villa Salus.

«Ne ho discusso anche con il Patriarca dopo la messa», ha confermato Bassano, aggiungendo che «la cifra in ballo rimane quella dei venti milioni circa con ipotesi di mutuo. Il Patriarca ci tiene che il San Camillo possa rimanere alle opere religiose, e Villa Salus ora può provare a fare un passo simile dopo aver riportato in positivo il proprio bilancio. La trattativa? In caso favorevole potrebbe chiudersi entro il 30 giugno. Il San Camillo un’azienda da ristrutturare, ha 230 dipendenti, ma non c’è la minima volontà da parte nostra di lasciare a casa le persone. Anche partendo dai presupposti manifestati dal Patriarca sull’importanza di posti di lavoro e famiglie. Siamo pronti a rilanciare l’Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), perché quella è una destinazione che per il San Camillo è fondamentale e va salvaguardata».




 

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