San Camillo, appello di pazienti e parenti «Salvate la fisioterapia»
Lido .Un appello per salvare l’«eccellenza» riabilitativa del San Camillo. Lo lanciano malati e familiari non soltanto veneziani che hanno avuto modo di apprezzare in questi anni la grande qualità delle terapie praticate nela struttura ospedaliera degli Alberoni La struttura dell’«IRCCS San Camillo», che secondo i pazienti e i loro familiari « emerge per la qualità del servizio e della ricerca a livello nazionale e che ha appena vinto quattro progetti finalizzati alla ricerca di un milione e settecentomila euro». Adesso l’ospedale è passato di mano, ceduto dai padri Camilliani a a Villa Salus con la gestione dalla cooperativa Codess. «Ma il patrimonio e le esperienze non possono andare perdute», dice Gianni, parente di una ricoverata. «La Fondazione Ospedale San Camillo IRCCS», aggiunge, «è uno storico ospedale veneziano. Struttura che effettua riabilitazione in ambito neurologico per patologie come SM,SLA, Morbo di PK, lesioni midollari, ICTUS e patologie rare, utilizzando metodiche riabilitative e tecnologie innovative, il tutto per poter migliorare le capacità residue dei pazienti e migliorare la loro qualità di vita».«Un gruppo di elevata competenza riabilitativa composta da logopedisti, neuropsicologi, psicologi, infermieri e da un gruppo di Fisioterapisti guidato da Carmine Berlingieri , docente universitario, docente di Taping NeuroMuscolare che porta avanti e sviluppa nuovi progetti per migliorare la riabilitazione». «Ma ancora il cielo è grigio scuro», continua, «in questo limbo gli operatori non conoscono ancora il loro destino. I veneziani e pazienti da tutta Italia, che hanno sperimentato le cure e la riabilitazione hanno riconosciuto l'assoluta qualità e la fortuna di avere questa struttura nel loro territorio. L'unica vera difficoltà è data da non aver previsto un servizio di trasporto continuativo. Il San Camillo gode di un parco straordinario e di una spiaggia del campo da tennis da far invidia all'Excelsior e anche questo fa parte della sua unicità». —
A.V.
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