Samantha Cristoforetti accolta come una star a Caposile

Grande entusiasmo all’incontro dell’astronauta dell’Esa con le donne pilota arrivate da ogni parte d’ Europa
DE POLO - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI P. - SAMANTHA CRISTOFORETTI AL CAMPO DI VOLO DI CAPOSILE - ARRIVO , SALUTI FOTO DI GRUPPO E CON PILOTI DISABILI
DE POLO - DINO TOMMASELLA - SAN DONA' DI P. - SAMANTHA CRISTOFORETTI AL CAMPO DI VOLO DI CAPOSILE - ARRIVO , SALUTI FOTO DI GRUPPO E CON PILOTI DISABILI

CAPOSILE. È stata accolta come un’autentica star dalle oltre duecento donne pilota arrivate a Caposile da tutta Europa. Samantha Cristoforetti, l’astronauta dell’Esa e prima donna italiana a essere andata nello spazio con la missione Futura, è stata la madrina d’eccezione, ieri pomeriggio, della giornata inaugurale di “Flydonna”, la settima edizione del raduno europeo delle donne pilota, organizzato da Donatella Ricci.

Ma “AstroSamantha” è arrivata a Caposile anche per portare a termine un’altra “missione”. Riconsegnare al “WeFly! Team” la bandiera con le loro insegne che la Cristoforetti ha portato con sé nei duecento giorni trascorsi sulla Stazione spaziale internazionale. Il “WeFly! Team”, che ha sede proprio a Caposile, è l’unica pattuglia aerea al mondo in cui due dei tre piloti sono disabili. Il team è composto da Alessandro Paleri, Marco Cherubini e dall’istruttore di volo Erich Kustascher. L’amicizia che lega “AstroSamantha” e il “WeFly! Team” risale ormai al 2007, quando si tenne la prima edizione di “Flydonna”. “WeFly! Con Futura…osa volare” è il titolo del progetto, culminato con la bandiera portata nello spazio.

Capitano Cristoforetti, com’è nata questa idea? «Quando ho avuto l’occasione di andare nello spazio, una delle cose a cui tenevo, era di portare insieme a me in quest’avventura, persone che non sono solo amiche, ma in qualche modo possono rappresentare un’ispirazione per tante altre persone. Ed è così che è nata insieme l’iniziativa “WeFly! Con Futura…osa volare”, con cui abbiamo voluto cercare di usare la visibilità che è sempre associata a una missione nello spazio, per raccontare a un pubblico più vasto del solito l’avventura di Alessandro, Marco, Erich e del “WeFly! Team”».

A Caposile ha potuto incontrare tante donne appassionate di volo. Lei quando ha pensato che avrebbe voluto fare addirittura l’astronauta?
«Ho sognato di fare l’astronauta fin da quando ero bambina. Sicuramente ho iniziato a sognare prima di andare nello spazio. Poi, crescendo, andando avanti negli anni, ho iniziato a sognare di fare la pilota».

Ai partecipanti di “Flydonna” ha raccontato la vita sulla Stazione spaziale e i tanti esperimenti condotti. Ma cosa contribuisce al successo di una missione?
«Molto del successo di una missione spaziale è legato al fatto che l’equipaggio lavori insieme, che le persone siano a proprio agio nel mettere la propria vita nelle mani dei loro colleghi, come succede nel caso di una passeggiata spaziale. E’ importante passare anche del tempo insieme in allegria, in momenti sociali, non necessariamente di lavoro».

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Grande emozione per i componenti del “WeFly! Team”, che hanno avuto anche l’onore di aprire il raduno “Flydonna”, disegnando con i loro aerei un grande cuore in cielo per omaggiare tutte le donne partecipanti. «Ringraziamo Samantha, per noi tenere in mano questa bandiera, un pezzo di noi che è stato nello spazio, è emozionantissimo», ha commentato a nome del team Marco Cherubini, «adesso non vogliamo che questa bandiera finisca in un cassetto. Per questo abbiamo chiesto al Museo dell’Aeronautica “Gianni Caproni” di Trento se poteva essere interessato all’esposizione della bandiera. Dal museo si sono detti onorati di poter avere un pezzo del “WeFly! Team” e di Samantha Cristoforetti e quindi a breve la bandiera sarà portata lì ed esposta». All’aviosuperficie di Caposile ne rimarrà in esposizione una copia, firmata da tutti i protagonisti di questa straordinaria avventura. Flydonna si concluderà oggi. Giovanni Monforte

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