Salvini: «Nessuna nostalgia dei traditori»

Il segretario federale della Lega Nord bacchetta i militanti espulsi perché sostenitori di Tosi. Comizio in piazza a Portogruaro
Di Rosario Padovano
PORTOGRUARO - DINO TOMMASELLA - DINELLO - SLAVINI TIENE UN COMIZIO IN PIAZZZA
PORTOGRUARO - DINO TOMMASELLA - DINELLO - SLAVINI TIENE UN COMIZIO IN PIAZZZA

PORTOGRUARO. È arrivato nella città del Lemene dopo aver sfidato il freddo anche a Cividale del Friuli, dove aveva partecipato a una manifestazione contro la giunta a guida Pd di Debora Serracchiani. È un Matteo Salvini in grande forma quello arringa la folla di simpatizzanti leghisti e curiosi in piazza della Repubblica, di fronte al municipio, accanto alla sezione della Lega Nord. Calza un paio di jeans e indossa la felpa del Veneto. Il clima è fresco, anche troppo.

Prima di concedersi ai selfie il segretario federale della Lega Nord riserva qualche battuta ai leghisti del territorio veneto orientale che hanno lasciato il Carroccio, un tema sempre caldo a Portogruaro.

«Nessuna nostalgia dei traditori. I vari Stival e Prataviera rappresentano il passato», ha detto il leader della Lega Nord, e a chi gli osserva che comunque i tosiani circondano Portogruaro Matteo Salvini replica: «il 31 maggio deciderà tutto. È il 31 maggio il giorno nel quale si vedranno effettivamente chi sta con la Lega Nord e chi no. Io attendo con fiducia».

In piazza spicca la presenza di militanti di Casa Pound, alleanza indigesta ai tosiani, che anche per questo se ne sono andati. Accanto a Salvini annuiscono i rappresentanti delle amministrative di Portogruaro: la candidata sindaco Maria Teresa Senatore, il fido braccio destro forzista Luigi Geronazzo, la segretaria della sezione locale della Lega Nord di Portogruaro, Alessandra Zanutto. Poi il grande annuncio. Matteo Salvini ha parlato di una grande manifestazione in Veneto, che richiama quella storica dell'ampolla sul Po di quando il segretario era il leader fondatore, Umberto Bossi. Ai tempi del progetto di secessione della Padania, idea poi tramontata, tanto che ora si parla di «Italia» e «Patria». Solo che non sarà sul Po, il ritrovo del popolo verde. Ma sul Piave, simbolico baluardo di ciò che resta del concetto di patria. «Tornerò in Veneto il 24 maggio prossimo e vi aspetto tutti sul Piave, a ricordare i nostri nonni e i nostri giovani che hanno difeso l'Italia nel centesimo anniversario dell'ingresso della nazione nel conflitto. Sul Piave si gridava “non passa lo straniero”. Non passerà nemmeno stavolta. Noi oggi, invece, non solo li facciamo passare, ma li andiamo anche a prendere». Anche a Portogruaro Salvini torna sull'argomento profughi. «Se il prefetto un giorno chiama per avere i profughi un sindaco di buon senso mette giù il telefono. Portogruaro non deve fare la fine dell'Hotel Terme Euganee. Domenica qualcuno di voi va a messa e incontrerà qualcuno di sinistra che vi farà la morale. Fate attenzione». Infine una battuta sul calcio. Matteo Salvini è un grande tifoso milanista e con una battuta infiamma la vigilia del derby della Madonnina. “Domenica sera sarà a San Siro per il derby di Milano. Inzaghi? Non deve più essere l'allenatore del Milan. Dico no. Però, va riconosciuto, non è tutta colpa di Inzaghi se il Milan va male». Il messaggio stavolta non è per Tosi o per Renzi, ma per il presidente del Milan: Silvio Berlusconi.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia