«Salveremo le tombe dei patrioti»

Bettin: piano con Veritas per recupero e valorizzazione
La tomba di Guglielmo Berchet al cimitero di Mestre
La tomba di Guglielmo Berchet al cimitero di Mestre
 
«Ho subito contattato il responsabile dei servizi cimiteriali Andrea Costantini e l'amministratore delegato di Veritas Andrea Razzini perché le tombe storiche del cimitero di Mestre le assumeremo noi in carico e ci interesseremo di sistemarle e tutelarle. Intanto abbiamo sospeso ogni operazione in cimitero e avviato delle verifiche», dice l'assessore comunale Gianfranco Bettin.
 Dopo l'allarme del Centro Studi Storici, partito dalla lettera a La Nuova Venezia del consigliere Gianni Ferruzzi e del presidente Roberto Stefanato, il Comune promette di intervenire in fretta sulle tombe di famiglie illustri di Mestre, anzitutto quelle dei due patrioti del Risorgimento veneziano, Guglielmo Berchet e Antonio Frisotti, che sono in condizioni di totale abbandono. Il provvedimento della polizia mortuaria che stabilisce il decadimento, ovvero la perdita di ogni diritto di proprietà, interessa anche le tombe delle famiglie Botner, Bellinato e Riccardi. «L'avviso della polizia mortuaria riguardava la decadenza di queste tombe, che ora passano a noi. Non certo il loro abbattimento. Ma le associazioni degli storici hanno fatto bene a segnalare il problema. Non esiste che vadano persi segni storici importanti, quindi serve un piano di pulizia, risistemazione di quelle tombe e valorizzazione. Ci metteremo subito al lavoro con Veritas e chiediamo la collaborazione di cittadini e storici. Se poi ci sono anche degli sponsor e dei contributi, ben vengano», dice l'assessore Gianfranco Bettin. E continua: «Saranno valorizzate anche le vecchie lapidi del cimitero, perché contengono tracce importanti della storia della città, anche se riguardano sconosciuti e non dei patrioti del Risorgimento veneziano». Per Bettin si dovrà intervenire con un piano complessivo nei cimiteri della terraferma, compresi quelli di Marghera, Chirignago e Zelarino. Saranno salvate dall'abbattimento quindi sia le tombe storiche, rimaste senza cura perché non ci sono più eredi ad occuparsene, sia le lapidi lungo le mura del cimitero e del sottoportico dell'ala ottocentesca del cimitero di Mestre, assicura l'assessore. Per la verità proprio sulle lapidi delle vecchie mura del cimitero sono in corso lavori, con aree transennate e chiuse al pubblico. Analoga attenzione viene promessa anche dall'assessore alla Toponomastica Tiziana Agostini. «Per i 150 anni dell'Unità d'Italia stiamo realizzando una guida con itinerari sui luoghi legati alla storia e al Risorgimento e tra questi c'è il cimitero di Mestre, che ospita anche le tombe dei partigiani che grazie ad una segnalazione dell'Anpi intendiamo valorizzare. Ne abbiamo parlato in giunta e con l'assessore ai Lavori Pubblici Maggioni, che ha messo a disposizione da tempo fondi per la sistemazione del cimitero». Insomma, dopo anni di oblio si torna a puntare i riflettori sulla parte ottocentesca del cimitero di Mestre, che rischia di andare perduta se non ci sono gli eredi ad occuparsi delle tombe e delle lapidi dei loro congiunti. Un tema caro anche ad uno studioso di Mestre come Sergio Barizza. «Ogni volta che entro in cimitero vado a vedere la cappella della famiglia Berchet e mi piange il cuore a vedere lo stato in cui si trova», ci dice Barizza che per il suo volume sulla storia di Mestre ha più volte cercato riferimenti proprio nel vecchio cimitero, edificato ai primi dell'Ottocento. «Tra l'altro nella tomba Berchet ci sono anche i resti di Marco Allegri dell'altrettanto nota famiglia di patrioti e figlio di Girolamo che fu sindaco della città. Se Bettin ha garantito che saranno recuperate quelle tombe, io mi fido. Ma mi chiedo anche come sia possibile che in Italia, patria del diritto, non si trovi un sistema che consenta agli enti pubblici di tutelare tombe di importanza storica, al di là del fatto che ci siano eredi in vita che se ne occupino o meno».  

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