Salvatore Riina: «In Veneto vivo bene e ho trovato l’amore»
PADOVA. Cordiale, felice della sua nuova vita. Si presenta così Giuseppe Salvatore Riina, 38 anni, figlio prediletto del boss di Cosa Nostra Totò Riina.
All'indomani della sua intervista a “Porta a Porta”, Salvo come ogni giorno è nella sede della onlus “Noi famiglie padovane contro l'emarginazione” di via Cremonino al Bassanello, per la quale lavora da quando è a Padova. «Mi occupo della segreteria e di amministrazione, poi due volte al mese faccio volontariato, sempre per questa organizzazione: distribuisco la spesa a chi ne ha bisogno».
Salvo Riina vive a Padova dal 2012: «A Padova mi trovo benissimo, è a misura d'uomo, il centro è splendido ed è vicina sia al mare che alla montagna», dice il figlio di Totò, e racconta le sue giornate: «Posso uscire dalle 6 del mattino alle 22. Oltre al lavoro frequento il quartiere dove abito ed esco con gli amici, ho tantissimi amici padovani. Andiamo nelle piazze, a bere l'aperitivo. Per muovermi uso i mezzi perché non ho la macchina. Seppur con limitazioni faccio tutto quello che può fare un ragazzo della mia età. Di positivo qui ho trovato che a nessuno interessa il mio passato, o la mia storia. Non mi giudicano, anzi». A febbraio Salvo Riina avrebbe dovuto terminare la libertà vigilata ma in seguito ad un'inchiesta di Palermo, il giudice di sorveglianza gliel’ha prolungata di altri due anni: «Persone che io neppure conosco hanno fatto il mio nome e nonostante io mi sia comportato in questi anni in maniera ottima è stato deciso così». In Sicilia non pensa a ritornare: «Se avessi voluto rimanere l'avrei fatto, nessuno mi ha cacciato, la mia intenzione è fermarmi qua e farmi la mia famiglia».
Sì perché Salvo a Padova ha trovato anche l'amore: «Io lo trovo ovunque l'amore», scherza, poi si fa serio: «Stiamo insieme dal 2012, è una ragazza normale con un lavoro normale, di poco più giovane di me. Posso dire che non è padovana né siciliana e che non l'ho incontrata all'università, che ho frequentato poco. Come tutte le donne che ho avuto non si è fatta problemi nello stare con me, mi conosce, sa come sono veramente. Non aggiungo altro, lei è molto riservata». Il figlio di Riina fa riferimento alla polemica per l'intervista a Vespa: «Fino all'ultimo non sapevano se mandarla in onda. Se non l'avessero fatto sarebbe stata una censura», spiega Salvo. «Purtroppo a volte c'è un partito preso nei confronti della mia famiglia ma viviamo in uno Stato democratico, c'è libertà di parola e pensiero. Certo le mie idee possono dare fastidio, ma io sono una persona come tante e credo di avere questo diritto», continua. «L'intervista è stata organizzata dalla casa editrice per promuovere il libro. E' vero che più se ne parla meglio è ma c'è anche molta cattiveria». «Quello che possiamo dire è che Salvo Riina con noi ha sempre tenuto un comportamento ineccepibile», dice Tina Ciccarelli, presidente dell'associazione “Noi famiglie” che ce l’ha in “affido”.
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