Salva-Venezia, sette giorni di speranza
Circa quattrocento dipendenti comunali hanno sfidato gli oltre 30 gradi dell’ora di pranzo per sfilare ieri all’ora di pranzo a Mestre, dal centro Candiani al Municipio, e bloccando il traffico per alcuni minuti in via San Rocco e all’angolo tra le vie Torre Belfredo e Garibaldi.
Il corteo. Nel mirino della protesta, organizzata congiuntamente da tutte le sigle sindacali - Cgil, Cisl, Uil, Diccap, Csa e Cobas - ci sono da tempo due obiettivi. Il primo è a Roma, governo e parlamento, per l’approvazione di una norma Salva-Venezia che permetta di limitare le sanzioni di 18 milioni di euro per il mancato rispetto del patto di Stabilità; il secondo è a Venezia, l’ufficio del sindaco Luigi Brugnaro, colpevole per i sindacati di non voler aprire un dialogo sulle norme per la distribuzione del premio di produttività. I dipendenti, dopo aver sfilato fino al municipio, hanno raggiunto piazzetta San Girolamo dove hanno incontrato i parlamentari veneziani Michele Mognato e Delia Murer del Pd e Marco Da Villa del Movimento Cinque Stelle. Invitati ma assenti i due rappresentanti del governo Renzi: il vice-ministro Enrico Zanetti e il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta.
Gli emendamenti. I tre parlamentati hanno spiegato di avere presentato alcuni emendamenti alla legge di conversione del decreto Enti locali - di cui oggi inizia la discussione alla commissione Bilancio della Camera - con l’obiettivo di limitare le sanzioni. Il Pd ne ha presentato uno il cui testo è sulla falsariga di quello approvato nel 2015 e nel 2014, con l’obiettivo di limitare le sanzioni e, in subordine, un altro che, nel caso in cui la sanzione da 18 milioni non dovesse essere abbonata, permetterebbe comunque l’assunzione di alcune maestre, da settembre, per evitare il rischio di chiusure o accorpamenti di asili nido e scuole materne. L’emendamento del M5S permetterebbe invece di evitare le sanzioni in quei comuni - quindi non solo Venezia - dove lo sforamento del Patto è stato causato da crediti non saldati da parte di altri enti dello Stato, come le Regioni. Con l’inizio del dibattito in commissione oggi inizia la settimana decisiva in vista della discussione in aula, lunedì 18.Tuttavia la strada è tutta in salita e i margini di manovra sembrano essere davvero pochi: da Roma non arrivano segnali positivi per il Salva Venezia.
Le sanzioni. Le conseguenze per la città - come hanno ricordato ieri i rappresentanti delle organizzazioni sindacali - rischiano di essere molto pesanti. Con Ca’ Farsetti costretta a pagare la multa da 18 milioni di euro le ripercussioni sarebbero sul piano dei servizi sociali - con il rischio di chiusure o accorpamenti sul fronte degli asili nido e delle scuole materne per la mancanza di maestre, molte delle quali sono infatti precarie - e del personale. Per l’impossibilità di nuove assunzioni (circa 300 i lavoratori precari a rischio) e la mancanza dei fondi per il premio di produttività. Sul fronte del rapporto con l’amministrazione i rappresentanti sindacali hanno invece attaccato il sindaco per aver chiuso le porte al dialogo sulla distribuzione delle produttività - che il sindaco vorrebbe vincolare alla presentazione di progetti e idee da parte dei dipendenti - e sull’organizzazione del lavoro.
Nuove proteste. Un nuovo presidio di protesta ci sarà giovedì dalle14 in municipio a Mestre in concomitanza con la seduta del consiglio comunale.
Nuovi dirigenti. Ieri pomeriggio inoltre i rappresentanti sindacali hanno incontrato, tra gli altri, la segretaria comunale Silvia Asteria, per l’illustrazione della nuova organizzazione dei dirigenti - ridotti da 25 a 14 - presentata nei giorni scorsi dal sindaco come una rivoluzione sul piano dell’efficienza ma che, anche alla luce della presentazione di ieri, non convince i sindacati.
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