“Salva Venezia” al Senato c’è l’intesa con il governo

Presentato ieri sera in commissione Bilancio l’emendamento che azzera molti effetti negativi. Casson è ottimista, oggi previsto il primo voto
Di Enrico Tantucci
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 13.01.2014.- Comune di Venezia, Consiglio Comunale, lavoratori del Comune di Venezia in agitazione per la drastica riduzione degli stipendi.-
Interpress/Mazzega Pellicani Venezia, 13.01.2014.- Comune di Venezia, Consiglio Comunale, lavoratori del Comune di Venezia in agitazione per la drastica riduzione degli stipendi.-

Il «Salva Venezia» si muove. Mentre tra sindacati e dipendenti comunali cresce - come riferiamo a parte - la preoccupazione e la rabbia per gli effetti negativi su stipendi e indennità per lo sforamento del Patto di Stabilità 20123 da parte del Comune, è stato presentato ieri sera in Commissione Bilancio al Senato un emendamento a firma dei senatori veneziani Felice Casson e Giorgio Santini che sarà agganciato al decreto «Salva Roma» sugli enti locali, all’esame dell’aula di Palazzo Madama.

L’emendamento - come annunciato - prevede l’eliminazione degli effetti negativi su retribuzioni, premi e orari per i dipendenti del Comune di Venezia, previsti appunti dallo “sforamento” del Patto, recuperando il provvedimento che era già stato inserito dal Governo nel decreto Milleproroghe e che era stato poi «cassato» dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, perché non coerente con il resto delle misure.

«L’emendamento sarà probabilmente votato domani (oggi ndr) - spiega il senatore Casson - perché la Commissione Bilancio si è riunita solo in serata, ma c’è su di esso il parere favorevole del Governo all’inserimeno nel decreto. Sono perciò fiducioso che la Commissione prima e l’aula del Senato poi lo approvino. Il decreto con l’emendamento «Salva Venezia» dovrà poi approdare alla Camera, dove però non dovrebbe avere problemi di approvazione. Spero perciò che possa diventare legge nel giro di una ventina di giorni».

Se la Commissione Bilancio oggi dirà il suo sì alle misure a favore del Comune di Venezia il provvedimento sarà incamminato sulla strada giusta, anche se il passaggio più delicato sarà quello dell’aula.

Qui, infatti, parlamentari di altre città italiane potrebbero fare resistenza a dare il via libera alle misure mitigatrici dello sforamento del Patto di Stabilità a favore di Venezia, visto che molti altri Comuni italiani combattono con analoghe difficoltà.

Proprio questo timore era stato quello che aveva spinto il Governo a rinunciare a un decreto ad hoc pro Venezia - come sembrava possibile in un primo momento - in favore appunto di un emendamento di iniziativa parlamentare.

Un emendamento, però - come spiega Casson - che ha il «placet” del presidente del Consiglio Enrico Letta, come promesso al sindaco di Venezia Giorgio Orsoni.

Non resta pertanto che aspettare solo pochi giorni per capire se le promesse a favore di Venezia si tradurranno in fatti concreti.

In caso contrario le pressioni su sindaco e Giunta potrebbero farsi fortissime in città e per le casse e l’organiozzazione delle attività del Comune si prospetterebbero mesi molto difficili, in parte già avviati in questi primi giorni di gennaio.

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