Salone per capelli nel segno dell’ambiente

In via Hayez materiali riciclati e acqua purificata grazie a fondi europei per premiare l’innovazione
Salone parrucchiere 'Beauty Fashion Lab' Mestre via Hayez nella foto il titolare Leonardo Costa
Salone parrucchiere 'Beauty Fashion Lab' Mestre via Hayez nella foto il titolare Leonardo Costa

Non è un parrucchiere, ma pochi mesi fa ha aperto un salone per capelli. Leonardo Costa, 29 anni, mestrino, è convinto che oggi il successo passi per l'innovazione. Per questo il suo negozio, Beauty Fashion Lab, aperto da pochi mesi in via Hayez (zona Auchan), è unico nel suo genere.

Duecento metri quadrati di legno di conifera ricavato da container dismessi, ferro, ecopelle, utilizzo esclusivo di materiali riciclati e riciclabili. Riciclata è persino l'acqua dei lavelli e purificata prima dell'utilizzo con il sistema “pure water” che abbassa i livelli di durezza e garantisce chiome morbide e lucenti. Una volta giù nel tubo viene separata dai residui chimici e organici e recuperata come acqua di scarico nei bagni.

Un'etica ambientalista esemplare, possibile anche grazie ai 75.000 euro di fondi europei erogati dalla Regione Veneto per finanziare l'imprenditoria giovanile e premiare innovazione tecnologica e sostenibilità. «Ho studiato economia e non sono nuovo alla pratica di gestione aziendale», spiega Costa che, prima di aprire il suo negozio, vendeva software e consulenza agli altri saloni, in Italia e in Olanda. «Dal confronto internazionale ho capito una cosa: quando il mercato è saturo, l'ultima carta da giocare è il valore aggiunto, e chi trova modi nuovi di fare mestieri antichi viene premiato».

Così, due anni fa, gli è venuta l'illuminazione: aprire un salone di qualità a un prezzo coerente, con personale altamente formato. Essendo membro del direttivo di “Art Hair Studios”, un club esclusivo specializzato nella formazione d'eccellenza e legato al marchio Procter & Gamble, ha voluto aprire uno spazio il più possibile modulabile ed eclettico: non solo parrucchiere ma anche accademia permanente e locale per eventi moda.

Le tre collaboratrici (nel salone lavorano anche due apprendiste), selezionate dopo attenti colloqui e sottoposte a una formazione specifica, non hanno sottoscritto un contratto da dipendente ma sono diventate vere e proprie socie con potere decisionale. Al momento dell'assunzione, oltre a un fisso mensile viene donato loro il 5% delle quote che garantiscono altrettanti ricavi sugli utili. Che per adesso non si vedono ancora (ci sono da ammortizzare le spese di inizio attività) ma che il titolare dà per certi in un paio di mesi. Con tutta questa innovazione, ci si aspetterebbe un listino da capogiro. Invece no, convenzioni a parte, come quelle con i dipendenti del Comune di Venezia o di altre aziende private, i prezzi sono più bassi della media. «Abbiamo una politica tutta nostra anche in questo», conclude Costa, «da noi si paga per il consumo effettivo di prodotto e non per il tempo dedicato. Negli orari degli appuntamenti siamo svizzeri. Nessuna attesa per il cliente, nessuna perdita per noi. E questo si traduce in risparmio reale».

Laura Fiorillo

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