Salma di un’anziana da tre mesi in obitorio
PIANIGA. Dal 2 luglio abbandonata all’obitorio di Dolo , ma nessuno dei famigliari da quel giorno ha fatto il necessario riconoscimento di rito per dargli una degna sepoltura. Questa la paradossale vicenda che ha investito Livia Rigon, una donna di 92 anni di Pianiga la cui salma si trova da oltre tre mesi all’ospedale di Dolo.
La donna, che era vedova da tempo, viveva a Pianiga e aveva fatto nel passato anche l’inserviente all’ospedale di Dolo. A fine giugno si era sentita male ed era spirata in ospedale dopo qualche giorno.
Dal momento della morte però nessuno dei famigliari si è fatto vivo per il riconoscimento. La donna da quanto appreso sarebbe stata sposata a un vedovo, ma pare non si sia fatto vivo in nessun modo alcun parente dell’uomo, per il riconoscimento della donna Riconoscimento necessario alla sepoltura.
A rendersi conto che per l'anziana non c’era in programma alcun funerale è stata una conoscente di Livia Rigon, che passato tutto questo tempo e sapendo della morte dell’amica si è preoccupata di capire cosa fosse successo. Emerge così che senza il riconoscimento di un parente stretto la donna non può essere sepolta. L’azienda sanitaria ha così interessato il Comune di Pianiga che in un primo momento ha provato a cercare dei parenti per identificare la donna, tutto questo però senza alcun esito. Alla fine anche il Comune si è arreso e ha passato la palla al Tribunale di Venezia che dovrà concedere il nulla osta alla sepoltura della donna che avverrà a carico del Comune se i parenti non si faranno avanti.
In paese la notizia dell’abbandono della salma ha generato reazioni di sdegno e riprovazione per un comportamento da parte di eventuali parenti considerato inumano e riprovevole: «Si dà sepoltura», spiegano alcuni residenti a Pianiga, «anche ai peggiori criminali, come è giusto che sia. Cosa potrà aver mai fatto questa povera donna per meritarsi di non avere una degna sepoltura?».
Il corpo di Livia Rigon infatti si trova conservato nella cella frigorifera dell’obitorio , perfettamente conservato, ma certo dovrebbe essere – per motivi di umanità che forse qualcuno ha dimenticato – sepolto. Casi del genere si erano già verificati in Riviera ma avevano interessato cittadini cinesi e afghani che in Italia non avevano alcun parente. Non è certamente il caso di questa povera anziana.(a.ab.)
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